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Alle Scuderie del Castello Visconteo di Pavia fino al due giugno

Un viaggio attraverso le opere del padre degli impressionisti

Dopo aver ospitato con grande successo Monet, le Scuderie del Castello Visconteo di Pavia danno spazio a “Camille Pissarro, l’anima dell’impressionismo”, mostra inaugurata il 21 febbraio e aperta fino al 2 giugno. L’esposizione consacrata al pittore di origine danesi può essere visitata dal lunedi al venerdì tra le 9.00 e le 19.00, nel weekend e nei festivi tra le 9.00 e le 20.00. Si possono trovare altre informazioni su scuderiepavia.com e prenotare i biglietti su vivaticket.it.
Nella prima sala è l’artista stesso a presentarsi ai visitatori, dichiarando apertamente la sua idea di pittura. Essa è lo strumento attraverso il quale mostrare le sensazioni che il vero suscita nell’autore. Nella stanza successiva si possono osservare gli inizi del “padre” dell’impressionismo, caratterizzati dai lunghi trascorsi in terra francese e in Venezuela. Egli si formò artisticamente con i quadri di Courbet e Corot e mise in pratica quanto imparato in alcuni autoritratti e iniziali esperimenti di pittura all’aria aperta. Nel 1859 l’incontro con Monet e il suo debutto nel Salon di Parigi segnarono un’importante svolta nella sua carriera. Non potrete fare a meno di percepire deliziosi sentori di note boschive e di conifere, in linea con i soggetti dei dipinti qui esibiti.
Mostra-su-Pissarro-#1Allo scoppio della guerra franco-prussiana, Pissarro e Monet si trasferirono a Londra. Colà studiarono i quadri di Constable e dei paesaggisti come Turner e composero opere ispirate dalle campagne circostanti la capitale inglese. In questa fase della loro vita, i due pittori trovarono conferma delle loro teorie sulla legge dei colori complementari e la divisione dei toni. Impressero, così, una forte accelerazione in direzione impressionista. Nel 1872 Pissarro ritornò in Francia, dividendosi tra Parigi e Pontoise. Al Cafè Guerbois si ritrovava spesso con Monet, Cezanne, Renoir e Gauguin, con i quali decise di portare avanti l’innovativa esperienza artistica dell’impressionismo. L’obiettivo era di sovvertire le norme pittoriche fin lì ritenute consone.
Un breve corridoio giallo ci introduce alla famiglia del protagonista della mostra. Costui ebbe 8 figli, di cui 5 furono pittori. Georges-Henri, Ludovic-Rodo e Paul-Emile lasciano il passo a Lucien, autore di alcuni scenari agresti britannici, e Felix, forse il più talentuoso di tutti, che si spense a 23 anni per la tubercolosi. Il passaggio dall’impressionismo alla breve stagione del neo-impressionismo (1885-1890) avvenne in seguito al trasferimento nel 1884 a Eragny, paesino tra Parigi e Dieppe. Qui Pissarro conobbe Seurat, che lo avvicinò, seppur temporaneamente, al puntinismo. In una sala pregna di fragranze estive, si possono ammirare tele con paesaggi naturali nelle varie stagioni e scene di vita e lavoro nelle campagne.
Raggiunto il successo artistico ed economico, l’artista di origini danesi cambiò notevolmente soggetto, spostandosi nel contesto urbano di Rouen, Dieppe e Parigi. Nel corso della sua permanenza nella capitale, resa obbligata per problemi di salute, ebbe modo di documentare le profonde trasformazioni urbanistiche che la Ville Lumière subì per mano del Barone Haussmann.

Stefano Summa

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