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La prima donna ammessa nel collettivo dell’agenzia  Magnum Photos di Capa e Cartier-Bresson

A Torino la retrospettiva nella Corte Medievale di Palazzo Madama

Per Eve Arnold non è stato facile farsi spazio nel mondo della fotografia. Tuttavia, nonostante le sue umili origini, lei è riuscita a inserirsi in quell’ambiente, dapprima come assistente tecnica di un grande gruppo del settore. In seguito, fu allieva di un corso di fotografia tenuto da Alexey Brodovitch, al tempo direttore di Harper’s Bazaar, la prima rivista di moda americana. Gli sforzi e i sacrifici che Eve ha dovuto compiere le hanno reso grandi risultati, tra cui il National Book Award, il Lifetime Achievement Award dell’American Society of Magazine Photographers e il titolo di Master of Photographer dell’International Centre of Photography di New York. Inoltre, ha avuto l’onore di essere stata la prima donna a essere ammessa nel collettivo dell’agenzia Magnum Photos, fondata tra gli altri da Robert Capa e Henri Cartier-Bresson.
Torino ha scelto di rendere omaggio alla carriera della fotografa con “Eve Arnold. Retrospettiva”, esibizione di 83 immagini in bianco e nero e a colori in un periodo che va dal 1950 al 1984. La mostra ha sede nella Corte Medievale di Palazzo Madama ed è aperta fino al 27 aprile.
Eve-Arnold-#1L’esposizione è suddivisa in tre parti. Si parte con “Gli esordi”, in cui sono presentati i primi scatti della fotografa di Philadelphia. Vi sono le immagini tratte dalle sfilate di moda nel quartiere di Harlem, pubblicate con grande scalpore nel 1951 dal britannico Picture Post. Ad alcuni notturni di New York, segue il reportage frutto della frequentazione annuale con Malcolm X e i Black Muslims, per conto della rivista Life. Eve Arnold instaurò un buon rapporto con l’esponente della Nation of Islam, il quale è stato immortalato in una storica fotografia che potete vedere in questa pagina. Nel 1956 va a Haiti, dove documenta i riti voodoo diffusi nell’isola. Nel 1959, memore del dramma personale dell’aborto, affronta un’esperienza a dir poco catartica raccontando i primi cinque minuti di vita dei piccoli nati in un ospedale di Long Island. Traspaiono in questa cronaca la dolcezza del primo contatto tra madre e neonato e il senso di straniamento di quest’ultimo all’entrata in un mondo per lui alieno.
Una parte importante della carriera di Eve Arnold è costituita dal suo rapporto con il jet set cinematografico. Nella sezione “Le stelle del cinema”, infatti, sono esibiti scatti provenienti dai set di una quarantina di film, girati tra il 1952 e il 1984. I soggetti di cui Eve ne ha perpetuato il ricordo sono stati tanti; tra di essi si può osservare Clark Gable, Richard Burton, Elizabeth Taylor, Charlie Chaplin, Anthony Quinn, Anna Karina, James Brown, Jean Simmons e le nostre Sophia Loren, Silvana Mangano, Isabella Rossellini e Monica Vitti. Particolare accento è posto alla relazione che Arnold ebbe con Marlene Dietrich, Joan Crawford e, soprattutto Marilyn Monroe, della quale, forse, ha colto più di altri il fascino sia durante le scene sia nei momenti privati.
L’ultima parte della mostra è dedicata a “I reportage di viaggio”, per i quali Eve Arnold si è spinta in diversi luoghi del mondo. Nel 1969 compie un tour dei paesi del Vicino e Medio Oriente (in particolare l’Afghanistan) per documentare la diffusione del velo tra le donne di religione islamica. Nel 1979 trascorre 3 mesi in Cina, meta da lungo tempo agognata, raccontandone i mutamenti in seguito all’applicazione delle riforme economiche di Deng Xiaoping. Nel 1978, invece, è in India per seguire la campagna elettorale di Indira Gandhi.

Stefano Summa

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