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Vacanze al mare lunghe un mese e bagagliaio delle macchina colmo di valige strapiene: questi erano gli elementi principali delle vacanze di chi, fino a qualche decennio fa, poteva permettersi una pausa dallo stress del lavoro, della casa e della vita. Si partiva armati di sana voglia di relax, desiderio di abbronzarsi e tanta voglia di riposare. Vacanze con amici, parenti, conoscenti e, chi più ne ha, più ne metta. Una volta era così, una volta ci si divertiva e ci si poteva permettere di isolarsi per un po’ dal mondo esterno, ma adesso? È ancora possibile scappare dal nostro quotidiano per tanto tempo? E, soprattutto, ci isoliamo davvero? In pochi, purtroppo, si possono permettere delle vere vacanze e quasi nessuno riesce a staccarsi davvero dalla realtà che vive ogni giorno. Si ha la necessità di essere rintracciabili, di poter comunicare con il mondo e con la nostra quotidianità. Desideriamo “staccare la spina”, ma non lo facciamo mai seriamente. Cellulari, Internet e tecnologie di ogni tipo diventano oggetti fondamentali nelle nostre valigie e ci permettono di comunicare con il mondo esterno, rimanendo radicati ad esso anche quando non lo vorremmo. Siamo talmente abituati a servirci della tecnologia per mantenere i contatti con il mondo, che, anche quando vogliamo isolarci da esso, finiamo col non renderci conto che, in realtà, forse, non lo desideriamo davvero.

Giada Guzzon

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