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I dieci anni che vanno dal 1964 al 1974 sono stati caratterizzati dalla sottocultura più creativa e radicale che il Mondo abbia mai conosciuto: quella degli hippy; orde di colorati capelloni armati di chitarra riempivano le strade sognando una vita diversa dall’ “American way of life” basato sul produci-consuma-crepa.

Questi simpatici figli dei fiori sorgono sulle ceneri dei beatnik degli anni Cinquanta e Sessanta; infatti molti personaggi di spicco della Beat Generation; come Neal Cassady (co-protagonista di “Sulla strada”) e Ken Kesey (autore del capolavoro “Qualcuno volo sul nido del cuculo”) sono considerabili pionieri hippy; inoltre furono loro a compiere il primo viaggio in giro per gli USA a bordo di un pullmino; con scorta di marijuana; anfetamine ed LSD inclusa: era il 1964.

I tre anni successivi furono un crescendo di festival; amore; libertà ed esperienze di ogni tipo per i giovani di tutto il Mondo: l’onda raggiunse l’apice nel 1967 durante la “Summer of Love” di San Francisco quando oltre 100mila persone s riversarono nel distretto di Haight-Ashbury: epicentro culturale della vita hippy fin dal 1965.

Ma questo paradiso fatto di condivisione; amore libero e banchetti chimici non può durare; questo Paese delle Meraviglie abitato dai Figli dell’Arcobaleno è troppo idilliaco per non causare insofferenza nel dispotico sistema a stelle e strisce.

A partire dal 1966 le incursioni della polizia nel distretto hippy si moltiplicano e si registrano numerosi episodi di violenza: molti vengono incarcerati e percossi senza motivo; gli appartamenti vengono perquisiti e sequestrati con vaghe motivazioni; sconcertante è la distruzione dei negozi che vendono cibi macrobiotici e vegetariani: probabilmente costituiscono un reato nella terra degli hamburger.

Gli hippy risponderanno alle violenze con una marcia sul Pentagono (Washington) assaltandolo a colpi di fiori e pistole ad acqua; dopodiché si dispersero in una diaspora che condusse alcuni a vivere in isolate comuni di campagna; altri a partire per l’ Europa o l’ Asia; ma il movimento non finisce qui: è solo un’ evoluzione.

Nel 1967 esce di prigione un certo Charles Manson; un’ infanzia passata tra violenze e stupri; un’ uomo che ha trascorso in prigione più tempo di quanto abbia trascorso fuori: un soggetto pericoloso dotato di una notevole capacità di plagio mentale; un sadico calcolatore con velleità musicali.

Uscendo di prigione s’ imbatte in una fertile realtà musicale popolata da sprovveduti giovani accondiscendenti e spesso alterati dalle droghe: il terreno di caccia ideale per un predatore come lui.

Manson e la sua “family”; il gruppo di persone con cui condivide la comune e di cui è leader incontrastato; si rendono protagonisti di efferati omicidi; insanguinando il 1969 e facendo precipitare la fragile reputazione degli hippy: Manson uccise gli anni Sessanta.

L’ altro avvenimento che sconvolse il ’69 fu il Festival di Altamont; presso San Francisco: il festival era la risposta californiana a Woodstock; fu organizzato dai Rolling Stones e vi presero parte anche Carlos Santana ed i mitici Jefferson Airplane.

Il servizio di sicurezza fu affidato ai Hell’s Angels; la violenta gang di biker si era rivelata affidabile in altre occasioni; ma quel maledetto 6 dicembre 1969 qualcosa andò storto: gli Angel; ubriachi e strafatti; iniziarono ad intimidire e minacciare il pubblico e gli addetti ai lavori: armati di stecche da biliardo e coltelli pestarono a sangue Marty Balin; voce dei Jefferson Airplane; che cercava di sedare una rissa; pace e amore si tramutarono in odio e violenza; culminando con l’ omicidio di Meredith Hunter; un giovane colpevole di aver estratto una pistola; probabilmente per reagire alla furia dei biker: venne assalito in massa ed accoltellato: aveva 18 anni e la pistola non fu mai ritrovata.

Negli anni successivi molte persone; in Europa e Stati Uniti; abbandonarono il movimento e vennero fagocitati dal Sistema sfociando in una triste realtà new age; altri optarono per il compromesso: vivere all’ interno della società ma senza essere soggiogato dallo stile di vita capitalista: sorsero così parecchie comuni o villaggi alternativi; alcuni tutt’ora attivi e mappati su www.sostenibile.org. E gli altri? Tutte quelle persone lontane migliaia di chilometri da casa che si ritrovarono prigioniere di un sogno finito?

Gli “altri” vagarono per il Mondo come tanti malinconici Duchaussois; i più fortunati si ritagliarono un pezzo di felicità ove potevano; altri vennero rimpatriati a spese delle ambasciate mentre i più sfortunati morirono a causa della dipendenza da morfina ed eroina sviluppata durante i viaggi in Oriente; nel vano tentativo di ritrovare le origini dell’ uomo risalendo una cascata di veleni mortali sulle pendici dell’ Himalaya o nelle stazioni dei treni.

Gli hippy chiusero le porte dell’ Oriente agli occidentali: la loro condotta libertina e basata sul consumo di droghe costrinse le autorità locali all’ inasprimento delle leggi e alle limitazioni sulla libera circolazione delle persone.

Nicholas Capra


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