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E’ stato inaugurato, e a breve sarà aperto al pubblico, il Museo dell’Ospedale Psichiatrico di Alessandria, allestito nelle sale al secondo piano della sede ASL in Spalto Marengo 35. La raccolta è stata catalogata e resa fruibile grazie all’iniziativa dell’Azienda Sanitaria Locale e al contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria.
Sono state allestite tre sale dove, nella prima, sono esposti utensili, strumenti, manufatti appartenenti alla vita quotidiana degli internati in ospedale psichiatrico, nelle altre due si è cercato di ricostruire il museo craniologico dell’ospedale Psichiatrico di Alessandria iniziato sotto il prof. Ronconi (1878) e ampliato in modo consistente dal prof. Frigerio e infine sistematizzato, oltre che studiato, dal prof. Maragnani.
L’Ospedale psichiatrico di Alessandria nacque a seguito della politica di decentramento verso le provincie effettuata dal governo centrale sabaudo nella seconda metà del Settecento. Infatti l’Ospedale dei pazzerelli, sorto in Torino nel 1728 con l’intenzione di raccogliere i casi più gravi da tutte le province del regno, a causa del repentino aumento dei ricoveri, ben presto non fu più in grado di soddisfare le richieste. Pertanto, qualche anno più tardi anche in Alessandria sorse un nuovo ricovero per i mentecatti: l’Ospedale San Giacomo di Alessandria, dalla fusione operata in data 11 marzo 1778 delle due preesistenti istituzioni ospedaliere alessandrine, l’Ospedale di San Giacomo d’Altopasso e l’Ospedale dei pazzerelli.
L’ente, tra alterne vicende, ebbe vita autonoma fino al 1978 (a seguito della Legge Basaglia), anno in cui passò all’Unità sanitaria locale n. 70 di Alessandria come ambulatorio di igiene mentale, ma solo il 24 dicembre 1980 l’ospedale cessò definitivamente l’attività. Durante la sua lunga esistenza l’Ospedale divenne un vero e proprio laboratorio di sperimentazione delle teorie mediche, soprattutto quelle di Cesare Lombroso, susseguitesi nel tempo. A testimonianza di ciò rimane, oltre all’archivio, un’importantissima raccolta museale.

 

Di Raimondo Bovone

Ricercatore instancabile della bellezza nel Calcio, caparbio "incantato" dalla Cultura quale bisettrice unica di stile di vita. Si definisce "un Uomo qualunque" alla ricerca dell'Essenzialità dell'Essere.

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