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Sarà presentato venerdì 4 ottobre alle ore 17,30 nella suggestiva cornice della Sala delle Lunette del Museo Civico di Casale Monferrato il libro “Alpini in Afghanistan”, curato dal tenente colonnello Mario Renna.

Il capo Ufficio Stampa della Brigata Alpina Taurinense racconta, sotto forma di diario, l’attività che gli Alpini torinesi svolgono quotidianamente per dotare la popolazione afghana di quei servizi primari che sono vitali per creare condizioni di sviluppo e miglioramento della vita: pozzi d’acqua, ospedali, scuole.

«Poter ospitare il tenente colonnello Renna è motivo di gioia e orgoglio – ha spiegato l’assessore alla Cultura, Giuliana Romano Bussola – perché la Brigata Alpina Taurinense ha ricevuto la cittadinanza onoraria della città di Casale Monferrato proprio il 4 ottobre 2008. E così, a cinque anni di distanza, grazie alla sezione locale dell’Associazione Nazionale Alpini sarà possibile conoscere ancora meglio gli uomini e le donne che in questi anni si stanno prodigando in Afghanistan per aiutare la popolazione a raggiungere quei servizi indispensabili per una vita dignitosa. Purtroppo dell’importante lavoro dei nostri alpini non si parla molto, quindi credo sia giusto dare la nostra piena disponibilità per presentare questo libro».

 

Il libro raccontato dal sito www.ana.it

Il blog degli alpini della brigata Taurinense nella loro ultima missione in Afghanistan (sono stati sostituiti dai fratelli della brigata gemella Julia) è diventato un interessante libro che ha una particolarità: è raccontato dagli stessi protagonisti che hanno vissuto la missione in prima linea. É curato dal maggiore Mario Renna, portavoce della brigata in Afghanistan. «Un’antologia di esperienze», come ha scritto nella prefazione il capo di Stato Maggiore dell’Esercito gen. Claudio Graziano, commentando la presenza italiana che sta volgendo al termine nel paese degli aquiloni. Una missione costata «52 Caduti con onore tra quei monti lontani che da troppo tempo non conoscono la pace», conclude Graziano.

Colpisce la serenità con la quale vengono descritte le attività, i controlli del territorio non privi di insidie e talvolta anche di attacchi e attentati. E inorgoglisce la maturità di questi giovani che svolgono il loro servizio con grande professionalità mista allo spiccato senso di umanità nei rapporti con la popolazione dei villaggi, che contraddistingue i nostri soldati da quelli degli altri contingenti. Le tante foto inserite raccontano forse più ancora delle parole, nei rapporti con la gente, nelle straordinarie immagini di una terra di rara bellezza. Il bilancio di tanto impegno è riassunto in pochi numeri, metà delle 11 mila iscrizioni all’università di Herat sono di donne, il tenore di vita è migliorato, l’aspettativa di vita si è allungata, l’informazione è diffusa, l’esercito sta sostituendo i soldati della forza multinazionale. L’Afghanistan sta diventando responsabile del proprio destino.

 

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