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Lucio Laugelli #2Raccogliere 5000€ in quasi 2 mesi, per raccontare la nostra dipendenza dalla tecnologia. Questa è la nuova sfida cui si è prestato Lucio Laugelli, noto videomaker alessandrino. Dopo numerosi riconoscimenti, anche internazionali, ottenuti dai suoi lavori, il giovane regista s’è presto rimesso in gioco con un nuovo progetto, supportato da Mediaset attraverso la propria piattaforma in streaming Infinity.

Il tema con cui Laugelli ha convinto il Biscione a dargli una chance è quello, a lui caro, del rapporto tra l’uomo e la tecnologia. Già trattato in altra forma, la fotografia, nel 2014, con “Spacciatori di punti di domanda”. Stavolta, l’alessandrino ci torna su con un docufilm, “(a)social: 10 giorni senza lo smartphone”, contraddistinto da un doppio binario narrativo. Da una parte, il reportage di 4 persone sempre connesse per necessità (un giornalista/social media manager, una cantante, un fotografo e un influencer), costrette a una 10 giorni in alta montagna senza tablet, pc, telefoni o connessione Internet. Dall’altra, una serie di interviste con persone diverse tra di loro, che racconteranno le particolarità della loro relazione con smartphone e Internet.

Tra i partner al fianco Laugelli si annoverano BTREES, Lab121/Proteina e AT MEDIA.

Come è entrato in contatto con Mediaset? Di cosa tratta “(a)social”?
Nello scorso marzo, Mico Rao del Lab121 mi ha segnalato una call, in cui si doveva avanzare una propria idea e ipotizzare un budget per realizzarla. Mediaset ne ha selezionate 3 su 146 totali, per fortuna la mia è stata tra quelle prescelte. La visione che ho proposto l’avevo già concretizzata in un progetto fotografico del 2014, “Spacciatori di punti di domanda”, in collaborazione con il fotografo Paolo Tonato, che all’epoca aveva avuto un buon riscontro apparendo su Panorama, Rolling Stone e Wired.
In questa occasione, ho scritto un soggetto nel quale persone abitualmente iperconnesse, come un influencer, un giornalista e un fotografo, sono costrette a stare isolate in montagna per 10 giorni, senza dispositivi e la possibilità di collegarsi a Internet. Una troupe documenterà, tra finzione e realtà, quello che succederà a loro. La trama è piaciuta a Mediaset, disposta a farla diventare realtà e a trasmetterla sul suo servizio on demand Infinity, a patto di coprire metà delle spesa totale (5000 dei 10.000€ complessivi) via crowdfunding. La campagna è iniziata da una settimana sulla piattaforma “Produzioni dal Basso” (il link per contribuire qui: https://www.produzionidalbasso.com/project/a-social-10-giorni-senza-lo-smartphone/), al momento hanno partecipato quasi una ventina di piccoli donatori. Sto cercando l’aiuto di realtà aziendali importanti disposte a sponsorizzarci, a questo scopo abbiamo predisposto specifiche ricompense dedicate alle imprese che vorranno darci una mano, abbinate al vantaggio di poter apparire su un prodotto Mediaset.

IMG_7131Come si svilupperà il progetto dal punto di vista artistico? Ha già in mente chi farà parte del cast?
Nel soggetto originale, bambini, adulti e anziani parleranno del loro legame con telefoni e Internet, in alternanza alle vicende dei 4 personaggi dispersi tra le montagne. Così, il prodotto risulterà il più possibile scorrevole, tra interviste e simil-reality. Parteciperanno alla parte “narrativa” persone magari non famosissime ma con un loro seguito a livello nazionale, abituate a parlare in pubblico e alla telecamera. Per le interviste, ci saranno individui già propensi allo stare di fronte a una macchina, ma totalmente sconosciute e di differente estrazione.
Trattandosi di un docufilm, non ci sarà una vera e propria sceneggiatura, bensì una linea guida. La traccerò se riuscirò a concludere positivamente la campagna di crowdfunding, attraverso di essa vedremo se la vicenda assumerà toni divertenti o amari. Saranno gli stessi protagonisti a dare la svolta in un senso o nell’altro. I personaggi interpreteranno se stessi, alle prese con un quotidiano privato della presenza costante della tecnologia.

Come mai ritorna di nuovo sul rapporto dell’uomo-tecnologia, dopo il progetto fotografico del 2014?
È un tema che mi sta sempre molto a cuore, la comunicazione immediata al giorno d’oggi per certi versi ha migliorato tantissimo la nostra vita, per altri l’ha peggiorata. Nel mio piccolo, cerco di fare un’istantanea dei tempi attuali, raccontandoli dal mio punto di vista. Nel 2014 pensavo fosse la fotografia lo strumento migliore per farlo, oggi invece ritengo sia migliore il docufilm. C’è da dire che in questi 3 anni è cambiato tutto, l’intossicazione da social è aumentata molto, in particolare tra i più giovani. Era impensabile pensare fino a poco tempo fa all’esistenza dei weekend di digital detox. Descrivere tutto ciò è divertente e, al tempo stesso, angosciante.

L’illustrazione che funge da immagine di copertina per l’articolo è stata realizzata da Federico Gastaldi.

Stefano Summa
@Stefano_Summa