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È stato un incontro, quello di giovedì 27 giugno al Museo etnografico “C’era una volta”, che ha grondato di storia e di attualità, con un immancabile sguardo sul futuro, quello dedicato dal Movimento Cristiano Lavoratori di Alessandria e dagli Amici del Museo della Gambarina al Giorno di San Vito, in ricordo della battaglia del Kosovo del 1389 nei Balcani.
In effetti l’obiettivo del Movimento era quello di fare un po’ di chiarezza su un’area che molte volte si è interconnessa con i destini dell’Italia, ma la cui conoscenza è particolarmente debole ovvero materia per esperti. “E dire che Alessandria è gemellata con Karlovac, città della Croazia, che è già una delle nazioni che fa parte, con la Slovenia, dell’Europa, anche se altri Paesi dell’area stanno preparando il loro ingresso nell’Unione – spiega Piercarlo Fabbio – ma dobbiamo anche pensare alla rotta migratoria dei Balcani, che negli anni scorsi ha raggiunto picchi neppure immaginabili nel Mediterraneo oppure al ruolo degli italiani che hanno abitato quelle terre e che oggi vivono tra noi in Alessandria, dopo il drammatico esodo giuliano, istriano e dalmata. Insomma, non possiamo rimanere insensibili e incoscienti al destino di quelle terre”.
Non a caso Mauro Remotti ha raccontato come ad Alessandria si vivesse poco prima che scoppiasse la grande guerra, partita dal focolaio di Sarajevo, quando Francesco Ferdinando d’Austria e sua moglie Sofia furono assassinati, interrompendo anche quello che poteva essere “un futuro di crescita per una città giolittiana come Alessandria”, confinandola ad un ruolo di retroguardia, che alla fine tarperà le ali dello sviluppo cittadino.
“Guarda caso – spiega Graziano Canestri – l’omicidio avviene il 28 giugno 1914, ancora una volta il giorno di San Vito (Vidovdan), che segnerà il destino di quei popoli, come lo smembramento della Serbia al termine della guerra e la nascita della Jugoslavia, poi entrata decisamente nell’orbita comunista e guidata da Tito.”
Sono stati ricordati dal relatore anche i fatti seguiti allo smembramento della Jugoslavia, le pulizie etniche, le diversità che si fanno dramma, il ruolo delle religioni mussulmana e cristiana.
Il dibattito, guidato da Efrem Bovo, ha messo in luce come squarci di verità possano essere narrati anche con incontri semplici ed efficaci e la proposta è quella di una piccola pubblicazione, che raccoglierà le relazioni e consentirà ai lettori di approfondire con calma i fatti e gli eventi che mettono in relazione l’Italia e Alessandria con i paesi slavi.