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E V ha ottantatrè anni; da una vita vive negli States ed è cittadino americano; pur essendo nato in Valle d’Aosta ed essendo italiano; purtroppo si ammala di mielodisplasia e inizia a curarsi negli Stati Uniti con la chemioterapia. E.V.; però desidera venire in Italia per ” salutare – dice – l’ultima volta” gli unici parenti rimasti; una sorella più vecchia di lui e un fratello più giovane. E qui inizia il calvario: chiede la residenza nel comune dove abita la sorella e l’impiegata non fa una piega. Con i documenti si reca all’Asl di Tortona; spiegando la sua situazione e gli viene detto; confrontando il suo caso con un ragazzo canadese nel nostro Paese; che basta pagare un contributo volontario; la fotocopia dei documenti e del codice fiscale di cui è già in possesso ed è tutto fatto. Dopo alcuni giorni; si reca allo sportello con tutto quello richiestogli; un’impiegata che la volta precedente non era presente; dice che non si può fare e ci vuole il permesso di soggiorno; anche il comune ha sbagliato a dare la residenza senza permesso. E.V. inizia a fare le pratiche per il permesso di soggiorno; per tre volte si reca in Questura di Alessandria e alla fine lo ottiene per cure mediche. Sembra tutto in ordine; ormai è fatta ; il dirigente che gentilmente si interessa al caso; legge tutto il regolamento e l’iscrizione volontaria sembra fattibile; ma l’impiegata della volta precedente mostra una pagina del regolamento e per i cittadini extra comunitari è possibile l’iscrizione volontaria al nostro sistema sanitario per cure mediche ma tra parentesi c’è scritto gravidanza. Si blocca così l’iter; E.V. si sente ” un cane randagio e bastonato”. Grazie alla sensibilità dei medici dell’ospedale; al singolo individuo; E.V. riceve le cure essenziali nel reparto del Day Hospital Oncologico e riesce ad avere almeno le trasfusioni. Il dirigente dell’Asl coinvolge la Regione per esporre il caso; il ginepraio burocratico è un labirinto e il filo di Arianna si è perso. E.V. va in Valle d’Aosta dal fratello e lì avviene il miracolo: il sindaco gli ridà la cittadinanza italiana applicando una semplice legge già in essere; la tessera sanitaria arriva di conseguenza.

E.V. avrà il rimborso; così ha garantito il dirigente asl; dalla Regione Piemonte di quanto già versato attraverso una dichiarazione del dirigente e potrà continuare a curarsi presso quell’ospedale al quale si è affezionato e dove ha trovato competenza ma anche cuore.

Vale la pena sottolineare che la normativa prevede che un extra comunitario clandestino sia iscritto d’ufficio al sistema sanitario mentre chi entra regolarmente nel nostro Paese; il caso di E.V. lo dimostra; no. Ebbene la legge; dunque; reca in sé l’induzione a delinquere. Extra comunitari siete avvisati. Viva l’Italia!

Fausta Dal Monte

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