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Con molta probabilità rientrera domani in Italia Luca Boero; il tortonese di 42 rimasto per per più di un mese in carcere in Libia; catturato e picchiato dalle milizie di Gheddafi insieme ad altri due italiani e liberati nei giorni scorsi dai ribelli.Luca vive un po’ a Garbagna con i genitori e con po’ a Genova dove svolge il lavoro di guardia del corpo. La notizia della liberazione dei tre italiani di cui nessuno sapeva che erano prigionieri ha scatenato nei mass media nazionali una sorta di “giallo mediatico” su cosa facessero i tre in Libia durante la guerra. Sono emerse le voci più diverse e disparate; quasi tutte prive di fondamento o non confermate. Per questo motivo; il parà di Luca; Giancarlo Boero; preferisce non commentare: “posso soltanto dire – ci ha detto oggi pomeriggio al telefono – che mio figlio è già in viaggio e dovrebbe rientrare in Italia già lunedì. Vorrei ringraziare soprattutto i due ribelli che lo hanno liberato: se mio figlio e vivo e finalmente potrò riabbraccialo; lo devo soprattutto a loro due; poi un grazie anche al consolato italiano a Tripoli e all’Unità di crisi. Non voglio aggiungere altro.”Inutile insistere: il papà di Luca ci ha fatto intendere che sarà suo figlio stesso – come peraltro preannunciato dal Luca in persona – a sciogliere ogni dubbio e a spiegare cosa erano andati a fare i 3 italiani in Libia; ma lo faranno una volta sbarcati in Italia perché prima può essere pericoloso.L’ipotesi più accredita finora; rimane quella della Guardia del corpo: i tre italiani sarebbero stati assoldati da famiglie facoltose libiche in cerca di protezione.

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