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I Carabinieri della Stazione di Novi Ligure, coadiuvati dalla locale aliquota Operativa, hanno proceduto al fermo di indiziato di delitto nei confronti di un 20enne marocchino, già arrestato ad Aprile 2017 dagli stessi militari novesi per averne aggredito uno con un coltello in occasione di un controllo al quale l’uomo era stato sottoposto.

Nel pomeriggio di ieri, 24 gennaio, verso le ore 15.15, i  Carabinieri sono intervenuti allertati dai passanti che avevano notato un 23enne novese accasciarsi a terra e con una vistosa macchia di sangue al petto nei pressi del denominato “Palazzo di Vetro” in vicolo Ghiara, nelle adiacenze del “Bar Principe”. La pattuglia, intervenuta su indicazioni della Centrale Operativa, constava che il giovane, già a bordo di un’ambulanza, evidenziava una vistosa ferita da taglio all’altezza del petto. Il colpo inferto, solo per una casualità e per pochi centimetri, non aveva attinto organi vitali. Il ragazzo riferiva di una lite con un coetaneo avvenuta poco prima, a causa di un calcio sferrato dall’aggressore al suo cane, senza inizialmente fornire elementi significativi per risalire all’identificazione. Identificazione che avveniva successivamente nella vicina piazza Indipendenza, a poche centinaia di metri dal luogo dell’intervento. Le testimonianze raccolte facevano emergere indizi su un maghrebino che, grazie alla descrizione fornita dai testi, gli operanti ipotizzavano essere un pregiudicato da loro notato transitare a piedi nei pressi dell’esercizio pubblico “Bar Elvezia” poco prima dell’evento, a circa 50 metri dal luogo del delitto. Le ricerche, immediatamente partite, soprattutto nell’ambiente della comunità marocchina, permettevano di individuare un connazionale presso il quale il maghrebino aveva trovato rifugio, il quale riferiva che il ragazzo si era presentato presso la sua abitazione verso le ore 16.00 chiedendogli ospitalità, poiché, a suo dire, aveva combinato un guaio. L’uomo precisava che, appena entrato casa, il giovane si era cambiato il giubbotto e la felpa che indossava, vestendo altri abiti che aveva prelevato dallo zaino nero che aveva con sé.

Una volta fermato, il maghrebino aveva ancora nello zaino gli abiti intrisi di sangue. Condotto in caserma, i militari proseguivano con la raccolta degli elementi che potessero chiarire la dinamica dei fatti e dimostrare la responsabilità del sospettato, come i filmati della telecamera di sorveglianza installata sulla piazza che, pur non avendo ripreso il diverbio, consentiva di confermare la presenza del maghrebino e il calcio sferrato al cane di piccola taglia della vittima, prima di uscire dal campo visivo del dispositivo.

Nella tarda serata di ieri, sottoposta a individuazione fotografica, la vittima ha riconosciuto l’aggressore, che adesso si trova ristretto presso il carcere “Cantiello e Gaeta” di Alessandria.

L’arma, allo stato, non è ancora stata rinvenuta.

Di Fausta Dal Monte

Giornalista professionista dal 1994, amante dei viaggi. "La mia casa è il mondo"