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Avrebbe accettato soldi come pagamento di multe; forse mai inflitte.Con l’ipotesi di reato di concussione; la procura della Repubblica di Alessandria ha aperto un fascicolo su Davide Brizio; 38 anni; ispettore della Polizia Stradale.Tutto sarebbe nato da una denuncia; presentata da un amico dell’ispettore. Secondo il querelante; l’ispettore avrebbe chiesto dei soldi come pagamento per 3 multe per eccesso di velocità. Di queste contravvenzioni; due sarebbero state pagate; mentre per la terza non ci sarebbe stato scambio di denaro. In totale; Brizio avrebbe ricevuto 500 Euro.In seguito alla querela; il pm Fabrizio Givri ha iscritto l’ispettore nel registro degli indagati: ipotesi di reato; concussione. Inoltre; la Polizia ha iniziato un procedimento disciplinare interno e l’agente è stato trasferito ad altre mansioni in via cautelativa.

Al momento; le indagini sono improntate alla massima prudenza; data la scarsità d’informazioni.L’accusa ipotizza come; saputo delle multe; Brizio abbia contattato l’amico e gli abbia proposto il pagamento di denaro per evitare la regolare sanzione; cioè la sottrazione di punti dalla patente. Tuttavia; tra i punti meno chiari; definire come e quando la vittima abbia percepitoPer conto di Brizi si è espresso il suo avvocato; Claudio Simoncelli. Il legale ha dichiarato come il suo assistito respinga le accuse e neghi di aver mai ricevuto denaro. Di più; secondo Simoncelli l’ispettore è “Stupefatto” ed incredulo verso la denuncia; che definisce “Un fatto incomprensibile visti i rapporti di amicizia ventennale tra le due famiglie”.La complessità della vicenda e la necessità di delicatezza traspare anche dalle dichiarazioni di Giovanni Rattazzo. Secondo il comandante della polizia provinciale “E’ stato un fulmine a ciel sereno; ma siamo uno Stato garantista: si è innocenti fino a prova contraria. Ci sono indagini in corso; noi come Corpo abbiam fatto tutto ciò che si doveva in attesa di conoscere gli sviluppi”.Sulla stessa linea di attesa Gian Alfredo De Regibus; dirigente della provincia: “Siamo a disposizione della magistratura: abbiamo interesse a capire ciò che è davvero avvenuto; e già il trasferimento dell’ispettore rappresenta una misura cautelativa interna”.

Matteo Clerici

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