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MILANO – Cambiano le pensioni anche per i parlamentari. L’Ufficio di presidenza della Camera ha dato il via libera per il passaggio al sistema contributivo; per intero ai nuovi eletti e pro rata per gli altri; dal prossimo primo gennaio; portando l’etá pensionabile da 50 a 60 anni per chi è stato parlamentare per più di una legislatura e a 65 anni per chi ha alle spalle una sola legislatura. Inoltre; su proposta di Rosy Bindi; è stata inserita nel regolamento un clausola che prevede la possibilità per ogni deputato di concordare un trattamento pensionistico «meno favorevole» per se stesso.
SI CAMBIA ANCHE PER I DEPUTATI – Novità in vista anche per i dipendenti. Al personale della Camera si applicherà «il sistema previdenziale previsto per la generalità dei lavoratori dalla manovra» del governo Monti. Lo ha deliberato l’Ufficio di presidenza di Montecitorio. Ai dipendenti verrà dunque applicato il contributivo pro rata e sarà alzata a 66 anni l’età della pensione.

IL NO DI LEGA E IDV – Lega e Idv hanno votato no sostenendo si potesse «fare di più». Per Silvana Mura; di Italia dei valori; «la proposta approvata è insufficiente. Avevamo chiesto di togliere la data del prossimo 31 dicembre perché sosteniamo che il vitalizio non è una pensione; quindi non è un diritto acquisito; e si può modificare». Per Rosy Bindi; invece; «si tratta di una riforma giusta e equa. Una scelta seria e forte. Chi non è d’accordo; comunque; può stabilire per se stesso regole diverse».

IL PRESSING DI FINI – Il presidente della Camera; Gianfranco Fini; sembra intenzionato a procedere con passo spedito. Il presidente ha infatti comunicato che ove la commissione Giovannini; (la Commissione sul livellamento retributivo Italia-Europa di parlamentari e di alti dirigenti della pubblica amministrazione) «non dovesse chiudere i lavori entro il 31 dicembre prossimo; l’ufficio di presidenza sarà convocato entro il 30 gennaio per deliberare sulle nuove forme contributive; introdotte oggi; e sulle voci di spesa e servizi garantiti ai deputati».

NOVITA’ ANCHE PER LE RETRIBUZIONI – In vista c’è anche un intervento sulle retribuzioni dei deputati. Il presidente Fini ha infatti annunciato che entro il 30 gennaio «sarà convocato un altro Ufficio di presidenza per deliberare sulle nuove forme retributive» per i deputati «e su tutte le altre voci di spesa relative ai servizi ad essi fino a oggi garantiti»; come il rimborso per i collaboratori.

LA TERZA PARTE DELLA MANOVRA – Intanto; la notte scorsa sono stati realizzati nuovi cambiamenti al testo del maxiemendamento redatto dalla commissione finanze e bilancio della Camera con il parere favorevole del governo al decreto legge Monti. E altri ancora potrebbero arrivare. «Ci attendiamo che il governo recepisca alcuni emendamenti che saranno presentati in queste ore e che serviranno a completare l’itinerario delle modifiche che non si è potuto concludere questa notte» ha affermato infatti Pierpaolo Baretta; uno dei due relatori alla manovra; intervenendo in Aula alla Camera in apertura della discussione generale sul testo. Vediamo ora le novità principali approvate notte.

PENSIONI BASSE – Salve le pensioni fino a 1400 euro dal blocco dell’indicizzazione anche nel 2013.

FARMACI – Non ci sarà più l’immediata liberalizzazione dei farmaci di fascia C (quelli da vendere dietro presentazione di ricetta medica). Sarà invece l’Aifa; l’Agenzia italiana del farmaco; d’intesa con il ministero della Salute; ad individuare entro tre mesi un elenco; aggiornabile; dei farmaci che verranno esclusi dalla vendita in ambito commerciale diverso dalle farmacie. Con lo stesso decreto saranno definiti gli ambiti di attività sui quali saranno assicurate le funzioni di farmacovigilanza.

CAPITALI SCUDATI – Ulteriore rincaro della tassa sui capitali scudati nel 2013: l’aliquota sale dal 10 per mille al 13;5 per mille. Con un subemendamento alla manovra dei relatori approvato questa notte è stata modificata la proposta del governo su questo tema. Quindi; i capitali scudati saranno soggetti a un’imposta di bollo speciale annuale del 4 per mille. Per il 2012 l’aliquota è stabilita nella misura del 10 per mille e per il 2013; con il via libera al subemendamento dei relatori; l’aliquota è passata dal 10 per mille al 13;5 per mille.

TASSA SUL LUSSO – La tassa sulle auto di lusso e le imbarcazioni diventa più leggera e la copertura del mancato gettito sarà garantita da un aumento dell’accisa sul tabacco da fumo. Lo prevede un emendamento alla manovra approvato dalle commissioni Bilancio e Finanze della Camera. Si dispone una riduzione progressiva dell’addizionale erariale della tassa automobilistica pari al 60%; al 30% e al 15% dopo rispettivamente 5; 10 e 15 anni prevedendo altresì che l’addizionale non è più dovuta decorsi 20 anni dall’immatricolazione della vettura. Per le unità da diporto la tassa è ridotta del 15%; del 30% e del 45% decorsi; rispettivamente; 5; 10 e 15 anni. A compensare il minore gettito aumenterà l’accise sul tabacco: sigarette più care quindi.

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