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La Coldiretti provinciale invita i consumatori a prestare particolare attenzione ai prezzi. Secondo l’associazione l’ Insostenibile instabilità dei prezzi dipende sempre meno dall’andamento reale della domanda e dell’offerta e sempre più dai movimenti finanziari e per questo ribadisce Il Progetto di una Filiera tutta agricola e tutta italiana per tutelare le produzioni Made in Italy

“Avevamo già espresso forti preoccupazioni nei giorni scorsi – dice il presidente provinciale Roberto Paravidino – ma la situazione; o meglio la speculazione a cui stiamo assistendo; continua ad assillarci fortemente. Ci riferiamo all’effetto Iva che sembra farsi sentire più del dovuto e sarà ancora più consistente nei prossimi mesi con una previsione del 3;5 per cento a novembre”.

Non è un caso che le voci che fanno registrare aumenti più elevati su base annuale ci sono la benzina con un aumento del 16;3 per cento e il gasolio che cresce su base annua del 19;2 per cento.

Un forte ostacolo al rilancio del sistema produttivo in un paese dove l’86 per cento del trasporto avviene su gomma.

“Occorre controllare affinchè l’aumento dell’Iva non sia l’occasione per speculare con aumenti di prezzo ingiustificati su beni indispensabili per i cittadini e le imprese a partire dalla benzina e dal cibo. – aggiunge il direttore provinciale Roberto Moroni nel commentare l’indice dei prezzi al consumo dell’Istat che a settembre e’ aumentato del 3 per cento rispetto a un anno prima raggiungendo il valore più alto da ottobre 2008 – Il rischio è appunto l’effetto valanga sulle produzione a partire dall’agroalimentare con ogni pasto consumato dagli italiani che si stima deve percorrere duemila chilometri prima di giungere in tavola”.

Un clamoroso esempio speculativo sono i prezzi del grano; scesi ad ottobre rispetto allo stesso periodo dello scorso anno del 25 per cento anche per effetto delle speculazioni finanziarie che hanno provocato una insostenibile volatilità delle quotazioni che è causa della fame nel mondo e mette a rischio le coltivazioni e l’allevamento in molti Paesi.

Il dato è emerso da un’analisi della Coldiretti in occasione della Giornata Mondiale dell’alimentazione promossa dalla Fao; sulla base delle rilevazioni al Chicago Board of Trade (Cbot); il principale mercato finanziario delle materie prime; dove il grano è stato quotato in chiusura settimanale 6;2 dollari per bushel (17 centesimi di euro al chilo); dopo un anno di insostenibili oscillazioni delle quotazioni che ne rende imprevedibile l’andamento in futuro.

Le quotazioni dei prodotti agricoli sono infatti sempre più fortemente condizionati dai movimenti di capitale che con la crisi si spostano con facilità dai mercati finanziari a quelli dei metalli preziosi come l’oro fino alle materie prime come grano; mais e soia. Il risultato è una insostenibile instabilità dei prezzi dei prodotti agricoli che dipende sempre meno dall’andamento reale della domanda e dell’offerta e sempre più dai movimenti finanziari”.

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