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Riceviamo e pubblichiamo di seguito un comunicato della Coldiretti di Alessandria.

Tanti danni all’agricoltura e pericoli per gli automobilisti.
I cinghiali sono sempre troppi e si sono ambientati in zone vicine agli insediamenti umani.
Gli ultimi fatti di cronaca “parlano” chiaro: i protagonisti sono ancora loro, gli ungulati. Gli animali, che si trovavano in un boschetto, sono stati disturbati e si sono spinti verso l’autostrada. E’ accaduto sabato, quando un gruppo di cinghiali ha attraversato l’autostrada A21Torino-Piacenza, all’altezza del casello di Alessandria Ovest verso Felizzano.
L’episodio, che poteva avere conseguenze decisamente più drammatiche, ha riportato alla ribalta un problema di massima allerta su tutto il territorio provinciale.
La popolazione degli ungulati va tenuta sotto controllo e a questo scopo devono essere semplificate le procedure di richiesta di intervento, tuttora complicate, e deve essere dato nuovo impulso alle attività di contenimento, sollecitando la Regione e la Provincia ad intervenire per ridurre la presenza della fauna selvatica sul territorio.
L’eccessiva proliferazione di ungulati in provincia causa notevoli danni economici ai raccolti e mette in difficoltà le aziende agricole.
La Coldiretti rileva come la gestione faunistica sia per gli agricoltori un problema ciclico, per il quale è necessario trovare una soluzione che non metta a repentaglio le attività imprenditoriali del mondo rurale.
«Gli agricoltori, infatti – secondo il presidente provinciale Coldiretti Alessandria Roberto Paravidino – non portano avanti le loro attività per riscuotere indennizzi, ma non vogliono subire danni che dipendono da una pianificazione faunistica che non rispetta gli equilibri tra uomo e natura.
Cinghiali, daini e caprioli costituiscono una minaccia per i raccolti ed ogni anno incidono pesantemente sui bilanci pubblici poiché, nonostante i ritardi con i quali i danni sono risarciti agli agricoltori, comunque si tratta di denaro che esce dalle casse dell’Amministrazione provinciale e che grava quindi sulla collettività».
Il problema potrebbe essere in realtà contenuto se venisse razionalizzata la gestione faunistica. Occorre affrontare i problemi strutturali del settore. Gli Ambiti territoriali di caccia devono stabilire con esattezza la densità degli animali tollerabile nelle singole aree agricole, mentre la Provincia deve autorizzare piani di contenimento che vadano oltre quelli di selezione. Questi ultimi, infatti, mirano a rafforzare le specie dal punto di vista genetico, ma permettono anche la proliferazione incontrollata dei soggetti più forti. Infine è necessario che tutte le aziende che subiscono danni lo denuncino sempre e comunque.
La situazione si è fatta critica, per questo Coldiretti sollecita un’adeguata e tempestiva presa di posizione affinchè il problema non venga sottovalutato per questo è necessario che la Pubblica Amministrazione, – ha aggiunto il direttore provinciale Simone Moroni – metta in campo da subito una serie di soluzioni: piani straordinari di controllo per garantire la selezione e il prelievo degli animali in soprannumero, all’accelerazione delle procedure di rimborso dei danni, coordinando in maniera più efficace i diversi enti che sovrintendono alla gestione del territorio”.

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