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La Cisl alessandrina scommette su uno strumento fondamentale per poter conciliare i tempi di vita e di lavoro e favorire l’occupazione femminile: il telelavoro.
Il tema è stato affrontato questa mattina al primo incontro di presentazione del progetto che ha ottenuto il finanziamento della Regione Piemonte; ente promotore di una serie di azioni mirate a favorire la modelli flessibili di lavoro a favore delle donne tra cui la costituzione di asili nido familiari e l’introduzione della “job rotation” (rotazione del personale).

L’incontro ha visto la partecipazione dell’avvocato Rosa Maria Carfora; Consigliera di Parità della Provincia di Alessandria; Piero Bozzola; responsabile formazione della Cisl Piemonte; Simona Gamalero; componente della segreteria provinciale Cisl; Bruno Petracci; presidente della Società di Servizi cislina.
Presenti anche le sei lavoratrici destinatarie dell’intervento; due dipendenti della Cisl di Alessandria (progetto Tel@-Telelavoro in Alessandria) e quattro della Società di Servizi dell’organizzazione sindacale (progetto Telelavoriamoci: telelavoro in azienda come modalità di conciliazione ed innovazione).

I progetti; realizzati in collaborazione con CSCI di Novara (Consorzio Scuola Comunità Impresa); si snoderanno in due fasi: la prima vedrà le lavoratrici impegnate nella formazione in aula (120 ore) al fine di conoscere in modo approfondito tutti gli strumenti tecnici per svolgere il proprio lavoro dalla propria abitazione; mentre la fase pratica di sperimentazione partirà ad inizio 2013 e durerà quattro mesi.

“Come Cisl e Coordinamento Donne abbiamo sempre creduto in questi strumenti innovativi che non vano intesi come interventi di tipo assistenziale; ma contribuiscono concretamente ad agevolare quelle donne che oggi magari si trovano a dover accudire contemporaneamente figli piccoli e genitori anziani; oppure abitano distanti dalla propria sede di lavoro”; sottolinea Simona Gamalero della segreteria Cisl provinciale.
“Rafforzare questo strumento di welfare dà valore aggiunto a tutta la società; poiché significa favorire l’occupazione delle donne e di conseguenza lo sviluppo di un Paese che stenta a ripartire”; aggiunge richiamando alcune criticità messe in luce dalla Consigliera di Parità: una su tutte l’allontanamento ingiustificato di molte donne dal posto di lavoro; specie dopo la maternità.

La Cisl auspica che il progetto messo in piedi possa servire da apripista e diffondersi anche ad altre realtà produttive presenti sul territorio provinciale.

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