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Quanto dureranno le operazioni militari; è possibile una mediazione che spinga il Colonnello a lasciare il Paese? E non c’è il rischio che l’operazione ottenga solo risultati parziali o addirittura si trasformi in una sconfitta per la coalizione anti Gheddafi? ‘In questo momento nessuno può dire qualcosa di certo sugli esiti e sulla durata della missione – ragiona il premier italiano -.Mi sembra che ancora una mediazione non sia matura. La pensano così anche Vladimir Putin e personalità come l’ambasciatore libico Abdulhafed Gaddur che conosce bene la situazione a Tripoli. Gheddafi è ancora fiducioso di potercela fare perché ha il controllo pieno della capitale’. Il premier italiano non ha avuto contatti con il Colonnello; con cui c’è stata per nove anni una lunga amicizia politica e personale. Ne conosce il carattere caparbio; soprattutto di fronte a quella che appare una sfida di vita o di morte. È convinto però che ci sia un passo decisivo che il Raìs deve compiere: l’accettazione del cessate il fuoco; la fine degli attacchi ai ribelli di Bengasi e delle altre città che si sono liberate del dominio di Tripoli. ‘Siamo tutti tesi a chiedere a Gheddafi un vero cessate il fuoco – dice Berlusconi – la fine delle ostilità da parte del Colonnello è la condizione sine qua non per ogni mediazione. Dopo si potrà aprire la fase della diplomazia’.

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