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Nubi scure e minacciose incombevano sul prosieguo della stagione di un’Alessandria che sembrava avesse disimparato a vincere; smarrendo un progetto tattico che molti credevano solido.La rapida successione con cui han preso forma la caduta nell’agognato derby di Novara e il ‘pareggino dei poveri’ nella rivincita casalinga col Como; ha spento il sorriso che illuminava il volto dei tifosi mandrogni; lasciando spazio a dubbi e disagi dal sapore antico. Del posticipo del luned contro gli odiati cugini perlomeno possibile salvare qualcosa; ovvero un secondo tempo in crescendo con numerosi tiri verso la porta avversaria e un settore ospiti stracolmo di grigio che ha fatto apparire il Piola umile succursale di un Moccagatta cantiere a cielo aperto. Ma quest’ultima resta una magra consolazione; visto che l’ennesima statuetta come miglior tifoseria protagonista non muoveva la classifi ca; divenuta defi citaria. Dopo soli sette giorni ci si aspettava che un Como derelitto arrivasse in citt col destino segnato qual belva al Circo Massimo. E invece la folla inferocita; che grida all’Orso di sbranarlo; resta a bocca asciutta; confi nata nel tratto di rettilineo che tange e rimpiange la Nord. Finisce con uno 0-0 della peggior guisa e per i lariani appena qualche graffi o. Di pari passo; i cosiddetti “gufi ” hanno ripreso possesso dello spazio aereo; troppo frettolosamente loro revocato; andando a planare persino fra le righe di web-site uffi ciali e comunicati stampa. Recitava un celebre spot:“L’ottimismo il profumo della vita”… Per ora non vi traccia del minimo odore.

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