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Un altro delitto senza colpevole. Solo una vittima cui è stata tolta la vita; e forse mai si saprà da chi.
Alberto Stasi; imputato nel processo per l’omicidio di Chiara Poggi; uccisa il 13 Agosto del 2007 nella casa dei suoi genitori; a soli 26 anni; è stato assolto anche in appello. La pronuncia dei giudici è arrivata ieri intorno alle 17.40. Lui; dopo aver sentito che veniva confermata la decisione del primo grado ha soltanto mormorato che “è giusto così”. Le indagini fin da subito si sono concentrate su Alberto ma gli errori; tanti forse troppi; hanno condizionato l’intera vicenda. Certo è che i punti oscuri sono tanti. Ripercorriamoli. L’ora della morte: dopo le 12.20 per l’accusa; tra l1 9.30 e le 10 per la difesa; elemento rilevante perché esiste una perizia informatica super partes che stabilisce che Stasi ha lavorato alla sua tesi di Laurea dalle 9.30 circa alle 12.20. Le scarpe di Alberto: il pavimento della casa dove Chiara è stata uccisa era pieno di sangue. Alberto è stato il primo a scoprire il cadavere ma le suole delle sue scarpe erano pulite. Anche qui gli esperti hanno una spiegazione: sono idrorepellenti e si sono ripulite camminandoci sopra per ore. Il computer di Alberto: lui ha sempre sostenuto di essere a lavoro sulla sua tesi mentre Chiara veniva uccisa. L’alibi è stato compromesso dal fatto che il pc è stato acceso dai carabinieri prima che dai periti. Soltanto due anni dopo; ad Agosto scorso è arrivata la perizia informatica in base alla quale Alberto; dalle 9.30 circa alle 12.20 ha salvato continuamente il file della tesi. Il Dna di Chiara trovato sui pedali della bicicletta di Stasi: sangue per l’accusa; altro materiale per la difesa. E la perizia super partes non è stata in grado di precisare la natura di quel materiale biologico.
Un’impronta di Alberto mista al Dna di Chiara è stata trovata nel portasapone in bagno; dove l’assassino si è lavato. Per l’accusa è una prova; per la difesa indice del fatto che i due si frequentavano essendo fidanzati. Il dato; secondo la perizia super partes è irrilevante per poter costituire una prova scientifica.
L’arma del delitto non è mai stata trovata. Infine il movente: secondo l’accusa i due hanno litigato la sera prima dell’omicidio perché Chiara potrebbe aver visto qualcosa nel computer di Alberto. Per la difesa si tratta soltanto di una supposizione.
Resta Chiara; uccisa a 26 anni e ancora in attesa di giustizia.

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