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Come ogni anno tempo di dichiarazione dei redditi; e i cittadini; almeno quelli pi informati; si trovano di fronte alla scelta su chi destinare l’8 per mille. Ma con che criterio vengono destinati i fondi raccolti dall’8 per mille; e soprattutto come vengono utilizzati? Fino a due decenni fa lo Stato italiano pagava direttamente lo stipendio al clero cattolico; con il meccanismo della congrua. Ritenendolo datato; nellambito delle trattative per il nuovo Concordato si decise un nuovo meccanismo di finanziamento alla Chiesa cattolica; solo in apparenza pi democratico e trasparente in quanto allargato alle altre religioni: lo Stato decideva di devolvere l8 per mille dellintero gettito IRPEF alla Chiesa cattolica (per scopi religiosi o caritativi) o alle altre confessioni o allo stato stesso (per scopi sociali o assistenziali); in base alle opzioni espresse dai contribuenti sulla dichiarazione dei redditi. Ogni cittadino che presenta la dichiarazione dei redditi pu scegliere la destinazione dell8 per mille del gettito IRPEF tra Stato; Chiesa Cattolica e altre cinque confessioni religiose. In realt nessuno destina il proprio gettito: il meccanismo assomiglia di pi ad un gigantesco sondaggio dopinione; al termine del quale si contano le scelte; si calcolano le percentuali ottenute da ogni soggetto e; in base a queste percentuali; vengono poi ripartiti i fondi. Come se non bastasse; la mancata formulazione di unopzione non viene presa in considerazione: lintero gettito viene ripartito in base alle sole scelte espresse. Alcune confessioni; pi coerentemente; lasciano allo Stato le quote non attribuite; limitandosi a prelevare solo quelli relativi ad opzioni esplicite a loro favore: cosa che NON fa la Chiesa cattolica; ottenendo un finanziamento quasi triplo rispetto ai consensi espliciti ottenuti a suo favore. Il Ministero delle Finanze; gi resto a fornire statistiche in merito (comunica i dati alle sole confessioni religiose; che ne danno notizia con estrema riluttanza); peraltro estremamente lento nel diffondere i dati. Le ultime comunicazioni ufficiali e definitive si riferiscono incredibilmente alle dichiarazioni dei redditi del 2004 (redditi 2003). Questa la distribuzione: 89;81% Chiesa Cattolica; 7;74% Stato; 2;45% altre confessioni religiose. Si noti che; in tale occasione; su oltre trenta milioni di contribuenti solamente il 39;52% ha espresso unopzione: solo il 35;24% della popolazione; quindi; ha espresso una scelta a favore della Chiesa cattolica. Per dare unidea dellenormit della cifra corrisposta grazie a questo meccanismo; la Conferenza Episcopale ha disposto nel 2007 di contributi per 991 milioni di euro. Con i fondi ottenuti; parrebbe che la Chiesa cattolica rediliga destinare i fondi ricevuti dallo Stato alle cosiddette esigenze di culto (43;7%): finanziamenti alla catechesi; ai tribunali ecclesiastici; e alla costruzione di nuove chiese; manutenzione dei propri immobili e gestione del proprio patrimonio. Ovvio che non vedremo mai spot su queste tematiche: ai tanto strombazzati aiuti al terzo mondo; cui dedicata quasi tutta la pubblicit cattolica; va – guarda caso – solo l8;6% del gettito. Appare dunque una realt completamente diversa da quella degli spot televisivi.

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