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Il marocchino cinquantenne Moussad Moutch era geloso tanto da appostarsi sotto casa (l’alloggetto in strada Cascinotti a Mandrogne) convinto che la moglie connazionaleFatma Assour; 40 anni;avesse un amante la cui esistenza al momento non è assolutamente provata. Geloso sì; ma assassino no: lo ha ribadito ieri pomeriggio al sostituto procuratore Riccardo Ghio; durante l’interrogatorio in carcere. E’ durato quasi un paio d’ore: un botta e risposta interlocutorio teso solo a stabilire come e dove Moutch abbia passato le ore dal giovedì pomeriggio – quando; dice; ha lasciato casa e lei era viva – fino a sabato quando; rientrato; l’ha trovatanmorta in un lago di sangue. «Sono stato in giro; anche a Genova e Ovada» ha detto fra l’altro ma non si sa quali elementi ha fornito.L’uomo è apparso sicuro di sè anche se meno determinato di sabato; quando è stato sentito per la prima volta nella caserma carabinieri. Nega di averla massacrata con tredici coltellate; ma gli inquirenti non ne sono affatto convinti: il pmha chiesto al gip Alessia Solombrinodi firmare per Moutch ordine di custodia cautelare in carcere conl’accusa di omicidioaggravato. Il magistrato si pronuncia oggi e sempre oggi procederà; salvo imprevisti; all’interrogatorio. In giornata inoltre -ma non è certissimo – il corpo di Fatma Assour dovrebbe essere sottoposto ad autopsia. E’molto importante conoscerne i risultati: potrebbero addirittura essere determinanti.

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