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Tre romeni rinviati a giudizio per aver utilizzato un bancomat (che non era di loro proprietà e del quale non si sa come fossero venuti inpossesso) per fare ricariche telefoniche a loro favore. Questa l’accusa con cui erano stati mandati a processo Joana Rezmelita; 23 anni; Irina Todica; 24; e Mihai Botezatu; 30; la prima domiciliata a Torino; gli altri due senza fissa dimora. I fatti risalgono a più di quattro anni fa e si concentrano in un’unica data; il 2 marzo 2007; a Casale. Non è escluso che il bancomat fosse stato rubato; magari insieme all’annotazione del numero segreto; impiegato per fare – secondo il capo di imputazione –almeno tre ricariche da 250 euro e una da 25 su telefoni cellulari diversi di cui sono state individuati i numeri. Ma mentre per Joana Rezmelita il giudice Antonio Marozzo ha ritenuto provata la responsabilità e ha condannato la giovane a un anno di reclusione e a 400 euro di multa con il beneficio della sospensione condizionale; per gli altri due non ha giudicato sufficienti le prove a sostegno di analoga colpevolezza e le ha assolte «per non aver commesso il fatto».

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