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Per il Piemonte la resa storica è di 64;77 tonnellate ad ettaro. Intanto; nella sede della provincia di Parma é nato il distretto del pomodoro del Nord Italia.Gli obiettivi della neonata realtà sono: l’indicazione obbligatoria dei paesi di origine della materia prima agricola e i controlli all’importazione.L’idea l’aveva lanciata a giugno il presidente del distretto Pier Luigi Ferrari; vice presidente della provincia di Parma con l’obiettivo di fare sistema in un momento particolarmente delicato per la filiera (la fine dei cosiddetti aiuti accoppiati); facendo del distretto uno strumento operativo; efficiente e flessibile; in cui i protagonisti della filiera potessero trovare adeguata forza rappresentativa.Da giugno a oggi il distretto può ora contare sulle adesioni delle organizzazioni dei produttori del Nord Italia; delle aziende di auto trasformazione cooperative; delle aziende private; che si aggiungono alle istituzioni (Province di Parma; di Piacenza; di Cremona; di Mantova e da poco anche di Lodi); alle Camere di Commercio; alle Organizzazioni professionali agricole e ai centri di ricerca del settore.Tra le aziende; oltre alle già associate (da Rodolfi a Boschi; da Mutti a Solana; Emiliana Conserve a Copador; da Conserve Italia al Consorzio Casalasco del pomodoro); fanno ora parte del distretto anche imprese di Piacenza; Cremona; Lodi; Bologna; Ferrara; Alessandria; e di numerose altre realtà del nord.

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