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Ilir Beti; l’albanese di 35 anni; imprenditore edile; residente ad Alessandria che sabato mattina ha ucciso 4 giovani francesi sull’A/26 era cosciente di quello che stava facendo. “Era lucido e sapeva perfettamente che guidare contromano in autostrada era rischioso ed ha accettato il rischio di uccidere.” Sono queste le conclusioni a cui sono giunti la Polizia Stradale di Ovada; la Questura e la Procura della Repubblica di Alessandria che ieri mattina hanno arrestato l’uomo con l’accusa di omicidio plurimo aggravato. I militari lo hanno prelevato mentre usciva dalla sua abitazione in via De Giorgi dove abita insieme alla moglie e ai due figli in età scolare e lo hanno condotto in carcere. Beti non ha opposto resistenza; ma ha seguito i militari prima in caserma e poi in carcere. Tutta la vicenda; in ogni particolare; è stata illustrataieri pomeriggio; durante una conferenza stampa che si è svolta presso la Questura di Alessandria tenuta dal capo della Squadra Mobile; Domenico Lopane; e dal vice comandante provinciale della Polizia Stradale Celestino Frezza. Le ragioni del ritardato arresto Come più volte ribadito anche dagli organi d’informazione nazionale; Ilir Beti non è stato arrestato subito perché il reato di omicidio colposo non lo prevede. “Abbiamo proceduto soltanto ora all’arresto – ha detto Domenico Lopane – perché abbiamo raccolto ulteriori elementi che ci hanno fatto individuare un cambio di volontà da parte del soggetto che ha provocato l’incidente; da mera colpa si è passati al dolo. Beti non si è messo alla guida con il proposito certo di procurare la morte; ma con un’alta probabilità di farlo; quindi ha accettato i rischi. In qualche modo era consapevole di pensare ed agire ed era in grado di discernere se accettare o meno il rischio di andare contromano in autostrada.” “Dopo i primi accertamenti e anche grazie alle testimonianze – ha aggiunto Celestino Frezza – abbiamo potuto accertare che è difficile pensare che l’uomo non si sia accorto che guidava contromano. Ha percorso quasi 30 Km; e ci sono stati numerosi automobilisti che con il clacson e con i fari gli hanno segnalato ciò che stava facendo. Abbiamo ricevuto almeno 13 segnalazioni al 113. E’ vero che aveva un tasso alcolico di 150 milligrammi; ma è altrettanto vero che subito dopo l’incidente era ben lucido e cosciente. Rispondeva alle domande senza problemi e non dava segni che inducessero a pensare che fosse ubriaco ed infatti non aveva problemi motori. Grazie alle indagini; siamo giunti alla conclusione che era in grado di capire e accettare il rischio di uccidere.” Secondo gli inquirenti; infatti; l’alcol nel sangue dell’albanese non lo aveva reso completamente ubriaco; ma aveva semplicemente allentato i suoi freni inibitori. Già nel 2006 gli era stata ritiratala patente Durante la conferenza stampa è emerso che Ilir Beti era recidivo; nel senso che non era certamente la prima volta che guidava sotto l’effetto di sostanze alcoliche. Già nel 2006 infatti era stato “pizzicato” dalle forze dell’ordine e denunciato per guida in stato di ebbrezza e gli era stata ritirata la patente. Un altro caso che la dice lunga sul modo di agire dell’albanese è una denuncia per aggressione avvenuta il 23 ottobre 2010; in via Mazzini ad Alessandria; quando Ilir Beti; secondo il racconto del denunciante; a causa di una lite per un parcheggio con un alessandrino; ha preso un cacciavite; ha “rigato” l’auto del malcapitato e poi glielo ha puntato alla gola; minacciandolo. Perché guidava contromano? E l’amica? Davvero non si é accorta di nulla? Secondo la ricostruzione effettuata dalle forze dell’ordine Ilir Beti; alla guida del suo Suv con a bordo l’amica di nazionalità russa; Tatania P. di 31 anni; stava rientrando in Alessandria da Arenzano: è arrivato fino al casello di Alessandria; ma poi; per cause che non sono state ancora chiarite è tornato indietro viaggiando contromano. Per quale motivo? Perché un simile comportamento che è culminatonella morte dei quattro ragazzi francesi? “Le uniche ipotesi possibili per rispondere a questa domanda– ha risposto Domenico Lopane – è che sia tornato indietro a cercare qualcosa; oppure; visto che si è dichiarato un provetto guidatore; può essere che doveva dimostrare qualcosa a qualcuno.” Gli inquirenti stanno continuando l’indagine e stanno interrogando l’amica russa per capire effettivamente il ruolo della donna: se effettivamente dormiva in auto e non si è accorta di nulla o se esistono altri particolari oscuri che non sono stati ancora chiariti. Non si escludono ulteriori sviluppi.

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