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Università e lavoro: quale scelta?
Poco più di un mese e una nuova generazione di giovani italiani si butterà -termine più che appropriato- nel mondo universitario; con la speranza che nel conseguimento della laurea troverà la base necessaria per un buon impiego. Speranza che a dirla tutta è flebile quanto “un sogno”. Non sono tanto le statistiche a dirlo quanto il pessimismo che trapela dai giovani stessi; che trovano nei social network la giusta piazza per gridare -a volte a bassa voce- le loro sempre più grandi incertezze nel futuro.
Stipendi sempre più bassi; disoccupazione e tasse universitarie sempre più alte; nel paese -il nostro- delle contraddizioni.
Ma vediamo cos’hanno da dirci le fonti ufficiali sulla prospettive d’impiego per chi dopo il liceo prosegue gli studi (i dati sono del 2003; poichè l’istat come mi ha gentilmente detto uno dei suoi impiegati: non ha soldi).
La seguente tabella mostra il tasso di laureati che svolge un lavoro continuativo a tre anni al conseguimento della laurea e la coerenza tra titolo di studio e lavoro svolto:

Ambito di studi Lavorano Lavoro per cui
Svolgono è necessaria la
un lavoro laurea
Totale continuativo posseduta o in
iniziato dopo specifiche aree
la laurea disciplinari

Scientifico_______________80;5________74;9_________63;0_
Chimico-farmaceutico _____ 82;0________78;0_________91;2_
Geo-biologico____________66;9________57;9_________74;2_
Medico_________________20;0________ 17;6_________98;5_
Ingegneria______________93;0________88;3_________77;3_
Architettura_____________ 84;2________70;1_________79;4_
Economico-statistico______ 81;6________72;4_________57;1_
Giuridico________________55;2________47;6_________66;8_
Letterario_______________70;0________56;2_________47;1_
Linguistico______________ 76;8________62;7_________40;1_
Insegnamento___________80;3________50;5_________46;6_
Psicologico______________76;8________62;4_________65;3_
Totale_________________73;5________63;2_________62;8_

I laureati in Medicina e quelli in Giurisprudenza presentano una situazione particolare; dato che il loro percorso formativo spesso prosegue dopo la laurea con l’iscrizione alle scuole di specializzazione (i primi) e la pratica professionale (i secondi). A tre anni dalla laurea; su 100 giovani medici 9 hanno trovato un lavoro continuativo; ma ben 86 dichiarano comunque di non cercarlo.
Riguardo invece alla coerenza dell’impiego; circa due laureati su tre sono occupati in attività per le quali è richiesta la laurea; mentre il restante 33% svolge un lavoro per il quale la laurea non è requisito necessario.
Come è ovvio; i laureati dei gruppi medico; chimico-farmaceutico; architettura e ingegneria hanno maggiori possibilità (con percentuali superiori all’80%) di trovare un’occupazione coerente con il livello di istruzione raggiunto. Al contrario; circa la metà dei laureati provenienti dai gruppi politico-sociale; linguistico; insegnamento e letterario riesce a trovare soltanto un’occupazione per la quale la laurea non è richiesta.
Resta la certezza comunque -fin troppo incerta per qualcuno- che il possesso di una laurea aumenta le possibilità di trovare un impiego a tempo indeterminato; quindi; sotto con gli esami.
Nella speranza -questa si- che il governo adotti un regime d’impiego che valorizzi (per davvero) le nostre generazioni.

“I giovani non hanno bisogno di sermoni; i giovani hanno bisogno di esempi di onestà; di coerenza e di altruismo.” Sandro Pertini

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