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Notizie; ormai; giornaliere; di ordinari suicidi per colpa della crisi. Ogni caso è a sé ma quasi sempre la matrice è economica. Ultime lettere che ringraziano la banca; che accusano Equitalia o lo Stato debitore.

Immaginiamo verosimilmente che prima dell’atto finale; questi uomini; padri di famiglia; imprenditori; artigiani e via dicendo si siano recati in banca; esprimendo tutta la loro difficoltà; saranno andati all’agenzia delle entrate o presso Equitalia per dimostrare la loro buona fede; avranno sollecitato lo Stato a pagar loro quanto dovuto. E immaginiamo anche che abbiano espresso palesemente la loro disperazione; ci sembra quasi di sentirli…”Così sono finito; datemi tempo; come faccio ad andare avanti; ho famiglia”. Qualcuno; poi; si sarà spinto oltre ” Non mi resta che ammazzarmi; mi togliete la vita”.

Ebbene l’articolo 580 del codice penale recita così: Chiunque determina altri al suicidio o rafforza l’altrui proposito di suicidio; ovvero ne agevola in qualsiasi modo l’esecuzione; é punito con la reclusione da cinque a dodici anni… Determinare al suicidio significa far sorgere in una persona il proponimento di auto soppressione. Rafforzare l’altrui proposito vuol dire rendere più ferma e definitiva l’idea del suicidio. L’elemento psicologico consiste nell’istigare al suicidio.

E se si cominciasse a prendere questa direzione e la legge operasse in tal senso? Se é ravvisabile il reato allora perché non procedere. La legge sembrerebbe più equa agli occhi dei cittadini. Cercasi disperatamente magistrato coraggioso che sposi il nostro pensiero-paradosso.

Fausta Dal Monte

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