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Il dissesto non giustifica l’immobilismo ed è necessaria maggiore attenzione, responsabilità e impegno da parte di tutti per contribuire al rilancio della città.
Alessandria è in dissesto da oltre due anni ne sanno qualcosa i cittadini che stanno pagando le imposte locali ai massimi livelli (anche se nel 2015 è prevista una riduzione del 10% della tassa rifiuti) e sopratutto i lavoratori precari che hanno perso il posto di lavoro.
I simboli del dissesto sono ovunque come l’orribile fabbricato di fronte alla stazione, il rudere della pista di pattinaggio nei giardini pubblici o le fondamenta del fabbricato mai terminato (per fortuna) in piazza Santa Maria di Castello, problemi ai quali si dovrà trovare al più presto una soluzione adeguata.
Ora il pareggio di bilancio è stato raggiunto e perciò si può dare avvio alla ripresa, anche se restano ancora problemi importanti da risolvere come la situazione difficile dell’ATM a rischio fallimento e la questione AMIU (la partecipata fallita a gennaio).
In questo caso auspichiamoci che con la creazione della grande multiutility AMAG nella quale confluiranno AMIU e ARAL si possa risolvere il problema e sopratutto migliorare l’efficienza nella raccolta rifiuti e nella pulizia della città.
Ma ci sono anche alcune notizie positive, i lavori del ponte Meier per ricollegare la città alla Cittadella proseguono e sono iniziati anche gli altri lavori del PISU che prevedono la riqualificazione dei borghi Rovereto e Cittadella, l’esecuzione dei quali dovrà però essere attentamente controllata alfine di evitare quanto è successo nel corso della precedente Amministrazione con alcuni lavori di rifacimento delle strade in centro città.
Ci sono però altri problemi che sarebbe sbagliato considerare minori come ad esempio in Spalto Marengo, dove lo stato di degrado è evidente dato nel viale sussiste una situazione di abbandono rifiuti, sporcizia, foglie e rami secchi per terra, cestini per la raccolta dei rifiuti vandalizzati e mancanti, diverse panchine letteralmente a pezzi e una cabina della Telecom senza porte usata come contenitore dei rifiuti.
La situazione per quanto riguarda questi ultimi problemi è inaccettabile, dato che diversamente da quelli sopra citati non occorrono grandi investimenti per risolverli, basta fare le verifiche del caso in città e dare le opportune disposizione a chi è preposto per la pulizia e la manutenzione delle panchine.
Il dissesto non può giustificare in nessun modo la mancanza di attenzione ed efficienza da parte di dirigenti, funzionari e tecnici degli enti pubblici interessati, preposti alla gestione della pulizia e dell’ordinaria manutenzione dei viali e non solo, sopratutto quando come in questo caso si tratta di questioni facilmente risolvibili e che, se risolte, contribuiscono a migliorare l’immagine della città, oltre ad evitare il proliferare dei topi e i rischi igienici collegati.
Pier Carlo Lava

Di Fausta Dal Monte

Giornalista professionista dal 1994, amante dei viaggi. "La mia casa è il mondo"

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