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“Il dono più grande che abbiamo è la vita ed è nella nostra vita che il Signore vuole abitare”.
Con queste parole don Giuseppe Cesana, parroco del ‘Cuore Immacolato di Maria’, ha iniziato l’omelia che ha scandito la celebrazione della Giornata Provinciale del Ringraziamento organizzata ieri da Coldiretti Alessandria a Casale Monferrato.

Un modo per richiamare l’importanza sul ‘bene comune’ che deve prevalere sull’egoismo dilagante che sta imperando nel nostro tempo: priorità che è stata richiamata anche da don Ivo Piccinini, consigliere ecclesiastico provinciale della federazione alessandrina, il quale ha sottolineato come non si debba “mai dimenticare di alzare gli occhi al cielo per rendere grazie, coltivando l’ottimismo e la speranza”.
Sul sagrato antistante la chiesa, come è tradizione, i trattori hanno accolto i coltivatori provenienti da tutta la provincia per dare il benvenuto ad un momento che è “proprio di Coldiretti”.

Numerose le autorità civili, militari e religiose che hanno preso parte alla celebrazione: il Prefetto Romilda Tafuri, il Questore Filippo Dispenza, il sindaco di Casale Monferrato Giorgio Demezzi e il presidente della Provincia Paolo Filippi. Presenti i vertici della Coldiretti alessandrina e del Consorzio Agrario del Piemonte Orientale.
La Coldiretti ha promosso fin dall’inizio della sua storia la Giornata del Ringraziamento che veniva celebrata annualmente nelle Parrocchie e nelle Diocesi fin dal 1951.

La Chiesa, in questa ricorrenza, guarda ai giovani agricoltori come a una linfa vitale perché possono far crescere anche spiritualmente un settore, come quello dell’agricoltura, che è fonte di equilibrio dell’economia e della vita sociale.
“La Giornata del Ringraziamento è un momento importante di riflessione e preghiera. Un momento che è nostro, profondamente di Coldiretti, sentito dalla nostra gente, dai nostri imprenditori che ogni anno aspettano questa ricorrenza con rinnovato spirito di riconoscenza. –affermano il presidente e il direttore della Coldiretti di Alessandria Roberto Paravidino e Simone Moroni – Il lavoro agricolo consente all’uomo di realizzare un rapporto diretto e assiduo con la terra, è una reciprocità nella quale si rivela e si compie un disegno finalizzato alla vita, all’essere e al benessere dell’umanità, allo sviluppo di tutti e di ciascuno. Non dobbiamo dimenticare che questa è un’occasione importante per meditare sui problemi che il mondo rurale sta vivendo, acuiti dal protrarsi degli effetti di una crisi economica e finanziaria di portata mondiale”.

Il Paese ha bisogno di ritrovare il giusto valore da dare alla vita e alla terra, per ridurre i mali del nostro tempo, in continuità con esemplari testimonianze di impegno e di coraggio nei confronti di più ampie forme di giustizia e solidarietà.

Il messaggio dei Vescovi italiani esprime un’altissima idea dell’agricoltura ed una elevata stima per i giovani agricoltori che, oggi, essendo innovatori, preparati e protagonisti delle nuove imprese agricole, possono prendere anche coscienza della loro testimonianza cristiana oltre al peso della loro presenza organizzata. La terra si rinnova sempre nel miracolo delle stagioni come la vita da tanti piccoli atti di fiducia e di coraggio che uniscono intelligenza e fatica, fede e azione, libertà e responsabilità.

Ringraziare Dio per i frutti della terra rinnova la fiducia, dà sicurezza, apre all’ottimismo, mantiene la speranza, fonda l’amicizia e la fratellanza universale. La terra è casa, famiglia, storia, paesaggio, cultura, lavoro, patrimonio dell’umanità.

C’è un ritorno alla terra: l’agricoltura può offrire nuove professioni ai giovani per un moderno modello d’impresa agricola. La vita ha il sapore della terra dei cui frutti tutti viviamo. Per questo lavorare la terra è proclamare la propria dignità di collaboratori di Dio. Ogni spiga di grano, ogni grappolo d’uva è il risultato della collaborazione tra l’agricoltore e Dio.

C’è un futuro se ci sono giovani disposti a lavorare i campi, in continuità e solidali con tutti coloro che sono rimasti fedeli alla terra, a lavorarla, a difenderla, a conservarla con cura, con rispetto, con intelligenza a beneficio di tutti, anche se con maggiori fatiche e minori ricavi. Molti giovani, oggi, hanno scelto la vita dell’agricoltore, consapevoli che attraverso il lavoro nei campi possono contribuire a costruire un presente ed un avvenire migliori per sé e per la società. I nuovi titolari delle aziende agricole italiane rappresentano oggi l’agricoltura rigenerata da un rinnovato spirito imprenditoriale.

La Giornata del Ringraziamento è un evento fecondo  di riflessione e di preghiera per mettere in risalto l’alleanza della terra e dell’uomo, della preghiera e del lavoro: spunti che giungono dalla Commissione Episcopale per offrire valore aggiunto alle imprese e ieri, a Casale Monferrato, è stata l’occasione per continuare a nutrire la coscienza della propria identità cristiana perché non si scolorisca perdendo ogni capacità di proposta e di speranza.

Momento più significativo della celebrazione, l’offertorio, dove il “grazie dei campi” diventa molto di più di un’occasione per stare insieme e per esprimere con gioia quel sentimento di riconoscenza che i coltivatori hanno da sempre fatto proprio.

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