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L’amministrazione comunale continua a sostenere che è da irresponsabili dichiarare pubblicamente, scrivere sui giornali, condividere con amici e colleghi, che il dissesto forse poteva essere evitato.
Adesso, anche il Segretario Generale della C.G.I.L., davanti a centinaia di persone, con le dichiarazioni rilasciate, ha ribadito appunto che è stato un grave errore politico la scelta del dissesto ma soprattutto i tempi che andavano presi prima di promuovere qualsiasi tipo di azione, che così facendo, Alessandria è stata condannata all’impotenza, in particolare, con l’effetto negativo sui lavoratori, quasi come se fossero loro la causa di tutti i mali per Alessandria.

Comunque, noi Socialisti pubblicamente abbiamo più volte sottolineato il fatto che se ci sono state gravi responsabilità in capo alla precedente amministrazione queste vanno accertate dalla giustizia, quello che occorre adesso per Alessandria, è il momento del fare e del realizzare.
Avere il coraggio di scegliere una linea di azione, individuare un progetto realizzabile per la città, basta parlare sempre del passato.

Quest’amministrazione e la sua maggioranza a distanza di 18 mesi oramai dal suo insediamento hanno l’obbligo di presentare un serio piano di risanamento da discutere con i soggetti interessati e con la città, costruendo un percorso che a fronte dei sacrifici richiesti, faccia intravvedere una prospettiva di ripresa e una speranza di futuro.
Siamo critici e delusi, nonostante il sostegno elettorale, anche per le radici e gli ideali per anni condivisi con il Sindaco Rossa, che avrebbero dovuto essere un utile strumento per risollevare le sorti della città.

La maggioranza degli alessandrini, è arcistufa di vivere in questa comunità dove il clima è caratterizzato da forti correnti fallimentari sotto ogni punto di vista, e da precipitazioni caratterizzate da possibili licenziamenti di massa o da possibili tagli drastici sulle retribuzioni a fronte di tariffe tra le più elevate, e dove, le associazioni di categoria non possono tirarsi indietro o peggio ancora far finta di nulla, ma dimostrare invece, di rappresentare nei fatti gli interessi degli associati e non apparire agli occhi degli alessandrini soltanto luoghi riservati a pochi eletti dove impera la lotta alla burocrazia.

Occorre valutare tutti gli strumenti anche legislativi da applicare in seno al Comune e alle partecipate per valutare la possibilità di prepensionamenti o forme di esodo comunque incentivate e non dividere sempre, il mondo dei comunali da quello dei dipendenti delle aziende partecipate.
Così come occorre evidenziare, che ci sono forze imprenditoriali sane all’interno della comunità alessandrina, alle quali bisogna dare lo stimolo ad investire sulla città, ed evitare che scappino dal nostro territorio. Occorre porre le basi per costruire un futuro per la città, vogliamo un futuro per Alessandria che attragga risorse, renderla una città degna di essere capoluogo e non relegarla a una realtà dalla quale starsene il più lontano possibile.

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