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Riceviamo e pubblichiamo questa lettera inviataci dal blogger alessandrino Pier Carlo Lava.

Nella notte degli Oscar la grande bellezza di Paolo Sorrentino, vince come migliore film straniero e per la 13° volta il cinema italiano si aggiudica la preziosa statuetta.
Nessun altro paese ha fatto meglio di noi ad ulteriore conferma del genio e della creatività italiana. La storia si perpetua nel tempo del resto come è risaputo siamo il paese che possiede il più grande patrimonio artistico e culturale al mondo.

Peccato poi che oltre a non saperlo sfruttare, diversamente dai nostri cugini d’oltralpe, lo lasciamo anche andare in rovina come dimostra l’ennesimo crollo recentemente successo a Pompei. Ma proprio perchè il nostro è il paese delle meraviglie, siamo capaci anche di grandi bruttezze come ad esempio le 720 grandi opere incompiute, il cemento che deturpa l’ambiente e tra questi diversi ecomostri realizzati in zone a forte impatto ambientale realizzati in aree che avrebbero dovuto essere tutelate in quanto di grande bellezza naturale e paesaggistica. Miliardi di euro di soldi pubblici sprecati, che sono serviti solo a gonfiare le tasche di affaristi senza scrupoli e di politici corrotti o, nella migliore delle ipotesi, incapaci.

A livello locale anche Alessandria nel suo piccolo ha fatto la propria parte, come ad esempio la costruzione antistante la stazione ferroviaria: un fabbricato abbandonato, decadente e recentemente oggetto di un incendio forse doloso.
La zona in questione è ormai da tempo frequentata da persone discutibili, mentre in passato (chi ha una certa età se lo può ricordare) i giardini pubblici rappresentavano un fiore all’occhiello, un biglietto da visita della città per tutti quelli che passavano da quelle parti. Anche il centro ha il suo simbolo di degrado, nel cuore dell’antico borgo Rovereto in piazza Santa Maria di Castello, fanno bella mostra di sé i resti di un altro mostro di cemento, che negli anni scorsi era stato oggetto di forti contestazioni, che deturpa la bellezza della vicina chiesa oltre all’intera zona. Entrambi i fabbricati in questione rappresentano un simbolo del degrado nel quale è precipitata la città.

Pertanto ora che siamo usciti dal dissesto, se vogliamo rilanciare la città, oltre a mantenere il bilancio in pareggio, migliorare l’efficienza servizi pubblici, la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti, la pulizia strade, la manutenzione del verde, il rilancio del turismo, occuparci con attenzione del mercato del gas, migliorare i trasporti pubblici, definire un piano della mobilità per migliorare il traffico e ridurre l’inquinamento, istituire i nuovi Consigli di quartiere, riportare la Polizia Municipale sulle strade a presidio del territorio, ecc., occorre anche rimuovere le bruttezze della città.
L’impresa che attende chi ci governa, è certamente impegnativa ma non impossibile, (occorrerà tempo, soldi e soprattutto professionalità adeguate al conseguimento degli obiettivi sopra citati) e costituirà un ulteriore e definivo banco di prova con il quale i cittadini misureranno la qualità dell’attuale classe politica in funzione delle future elezioni.

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