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Polemiche tra Comune e Regione sull’ospedale di Acqui Terme. A riaccendere la miccia tra sindaco e assessore regionale è una recente intervista rilasciata da Saitta su un quotidiano locale. Il punto di partenza è la minuziosa descrizione del presidio ospedaliero che ricordiamo essere ospedale di base e sede di Pronto Soccorso semplice, con prioritario riferimento all’Azienda Ospedaliera di Alessandria, dotato di 118 posti letto totali di cui 89 di ricovero ordinario e 29 a regime diurno, quindi day hospital e day surgery. 

inaugurato nel 2009, secondo il sindaco l'ospedale perde i "pezzi"
l’ospedale inaugurato nel 2009

“La struttura organizzativa garantisce la stabilizzazione clinica in emergenza-urgenza, le procedure diagnostiche, i trattamenti terapeutici e la presa in carico dei pazienti attraverso tre strutture complesse (medicina generale, chirurgia generale, ortopedia) e otto strutture semplici (innovazioni farmacologiche in oncologia, pneumologia, day surgery multispecialistico, pronto soccorso, anestesia e terapia intensiva e sub intensiva, radiologia, dialisi, rieducazione riabilitazione e recupero funzionale). È attivo il blocco operatorio di 4 sale chirurgiche utilizzate per l’attività programmata (dal lunedì al venerdì dalle ore 8 alle ore 14) che comprende attività di elezione – inclusa la day surgery – e di urgenza” sottolinea l’assessore alla sanità che ricorda, inoltre che dallo scorso 1 novembre è stata attivata la Guardia di Presidio per garantire la continuità assistenziale medica all’interno della struttura ospedaliera e dal prossimo gennaio saranno pronti – dopo i lavori di adeguamento – nuovi locali per la nuova postazione del 118.

“Invece di preoccuparsi di aver ridotto l’Ospedale di Acqui ad un cronicario e poliambulatorio, con spregio delle grandi potenzialità degli Operatori Sanitari acquesi, egli dettaglia con dovizie di particolari le piccole cose, disattendendo pressoché tutto quanto doveva essere fatto!” rilancia il sindaco di Acqui che aggiunge: “provate ad andare in corsia, nei vari piani del nostro Ospedale – io ci vado molto spesso – e vedrete come sono realmente le cose: medici e infermieri costretti a giustificarsi coi pazienti, a lavorare con disagio e difficoltà continue. Saitta, quello che dici, puoi farlo credere magari a Torino, non sul posto, non ad Acqui! La programmazione delle sedute operatorie, trionfalmente elencata da Saitta come fiore all’occhiello delle dimissioni veloci, è una falsità! Sulla carta è così che dovrebbe essere, ma di fatto per Urologia le operazioni si svolgono solo una volta al mese, raramente due, perché è disattesa la convenzione con gli urologi dell’Ospedale di Novi che dovevano supportare l’urologo di Acqui… quanti disagi per i pazienti, soprattutto anziani! Secondo Bertero la stessa cosa è per Ginecologia e gli interventi di isteroscopia diagnostica si eseguono solo una volta la mese, altro che tutti i giovedì. Doveva esserci una corsia preferenziale con l’Ospedale di Alessandria e, a parte la nefrologia, tutto ciò è rimasto solo sulla carta. La magnetoterapia ha liste di attesa di duecento giorni, interventi di oculistica programmati per i prossimi anni. E cardiologia? I quattro famosi letti monitorizzati erano posti al primo piano, a fianco degli anestesisti, proprio per dare un servizio cardiologico continuativo, permettendo per esempio di eseguire operazioni di medicina o ortopedia o altro, anche a pazienti con problemi cardiologici.

La miccia si avvicina sempre più alla “bomba” quando Saitta accenna alla problematica del ricorso al Tar che alcuni comuni dell’acquese hanno deciso di sospendere, altri no. “I Comuni” sono liberi di insistere sulla strada del ricorso amministrativo al Tar pur sapendo che la Regione Piemonte ha vinto fino ad oggi tutti gli altri ricorsi che erano stati presentati: la Giunta Chiamparino ha agito nella riorganizzazione della rete ospedaliera applicando e dando attuazione alle norme nazionali indicate nel Patto per la salute firmato dal ministro Lorenzin con tutte le Regioni italiane e con l’obiettivo di uscire dal gravoso piano di rientro dal debito sanitario. Fino ad oggi il Tar ha sempre ed in ogni caso riconosciuto l’applicazione della norma nazionale”.

19.516 firme dei cittadini depositate in regione da parte dei sindaci dell'acquese per la salvezza dell'ospedale
19.516 firme dei cittadini depositate in regione da parte dei sindaci dell’acquese per la salvezza dell’ospedale

Ribatte Bertero: “Nonostante che qualche Sindaco non osi mettersi contro il Partito/Ditta, la maggioranza assoluta di noi Sindaci del territorio proseguirà con convinzione il RICORSO AL TAR, cercando un’accelerazione della causa, come già concordato con i Sindaci e il nostro avvocato. Non lasceremo ad altri la strumentalizzazione del nostro percorso legale. Acqui e il Territorio in prima fila per la difesa del nostro Ospedale! E la richiesta di referendum regionale sarà rafforzativa di questo.Ora, con il tentativo di Referendum Regionale contro la Delibera 1/600 che ha “ucciso” i nostri Ospedali, stiamo cercando di riprenderci i nostri Diritti, la nostra Dignità di Cittadini, che voi, appena insediati e poi in seguito, avete cercato di scipparci!! In 5 giorni abbiamo raccolto più di 1500 firme per il Referendum, tanto è sentito il problema nel nostro territorio, aiutati da tanti Consiglieri di ogni partito: questo per chiedere l’ammissibilità della proposta di abrogazione.”

le firme raccolte....
le firme raccolte….

Infine, c’è la questione dell’elisoccorso “sottovalutato dall’acquese e dal sindaco della città di Acqui” secondo l’assessore regionale. “Negli ultimi due anni siamo passati da qualche decina di missioni l’anno a diverse centinaia con una piccola ma grande “rivoluzione” che ha coinvolto tanti territori dove abbiamo già avviato con ottimi risultati anche il volo notturno, una svolta destinata a incidere sulla rapidità del servizio oltre che sul numero degli interventi. Da quando la normativa europea ha imposto l’allentamento delle restrizioni al volo notturno dell’elisoccorso, in Piemonte abbiamo trovato grande sensibilità sia tra i sindaci che nella popolazione. Mi spiace invece dover segnalare la totale disattenzione del Comune di Acqui. Stiamo lavorando nonostante il disinteresse del sindaco Bertero per portare quindi ad Acqui Terme un servizio di elisoccorso a norma e poter garantire alla popolazione del territorio acquese la risposta che già in tutto il Piemonte si sta perfezionando: ad oggi nella provincia di Alessandria i siti del 118 attivi sono Alessandria, Casale Monferrato, Novi Ligure, Quattordio e Tortona, mentre è in via di ultimazione quello di Spigno.”

118
atterraggio del 118 all’elisoccorso di Acqui

Rilancia Bertero: “A proposito di elicotteri, il TAR aveva chiesto chiarimenti all’Assessorato Regionale sul perché, siano avvenuti tanti e tali tagli alla Sanità Acquese, con un territorio così frastagliato, senza autostrade, con strade così difficili da percorrere, l’Assessorato aveva preparato una risposta sul perché di circa 7 facciate, 5 delle quali fondanti sull’elicottero. Tutti sanno che: 1) l’elicottero notturno non si alza se c’è forte pioggia, se c’è vento, se c’è neve, se c’è nebbia… e nelle nostre valli, sui crinali appenninici, ciò è cosa usuale. 2) Ogni paese dovrebbe avere un eliporto, che costa decine di migliaia di euro l’uno: immaginiamo un paese come Ponzone, 69 Km di territorio: quand’anche si trovassero i 50/60mila euro per costruire un eliporto, e poi mantenerlo, immagino lo realizzerebbero nel campo sportivo del centro; la frazione Moretti (una delle sette del paese) è distante 15 Km circa dal paese di Ponzone: se un abitante dovesse essere colpito da infarto quindi dovrebbe comunque partire un’ auto medica, raggiungere Moretti, stabilizzare il malato e quindi portarlo all’eliporto. 3) gli elicotteri hanno spese altissime, gestione carburante, personale, noleggi vari… lo scorso anno milioni di euro! 4) il paradosso (ma neppure tanto): l’elicottero servirebbe solo a coloro i quali fanno la guardia agli eliporti, perché sono lì. Basta essere presi in giro!!”

Giancarlo Perazzi

 

 

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