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Questa mattina, domenica 5 novembre alle ore 11.30, presso il Municipio di Castelletto Monferrato, il sindaco Gianluca Colletti inaugurerà la mostra “Alberto H. Gagliardo – Non fate ad altri quello che non vorreste fosse fatto a voi”, a cura di Zonta Club Alessandria con il patrocinio del Comune di Castelletto.

Alberto Helios Gagliardo (Genova, 1893 – 1987) è stato pittore e incisore. I due ambiti artistici si sono sempre profondamente intrecciati, tanto è vero che a volte l’artista ha trattato lo stesso tema o soggetto sia in opere pittoriche che incisorie. Per la quinta volta (dopo Alessandria, Borgoratto, Saint Vincent, Lu), Zonta Club Alessandria dedica una mostra all’artista genovese che nel periodo 1925-1940 realizzò 19 acqueforti con tema la guerra per diffondere nel mondo un forte invito alla pace, “a non fare ad altri quello che non vorreste fosse fatto a voi”: ecco il legame con Zonta. Il codice d’onore del più antico Club di Servizio Femminile, che tra due anni festeggerà il Centenario, ha proprio questo precetto tra i suoi fondamenti. Il codice d’onore è del 1921 e mette in evidenza come le Zontiane siano professioniste, protagoniste della società e del mondo economico in cui vivono ma anche promotrici di pace.

Le ragioni che rendono così cariche d’interesse le 19 lastre dell’artista e che di conseguenza ne giustificano, anche a distanza di 80-90 anni, l’esposizione sono duplici e cioè di natura storico-ideologica ed estetica. E’ subito evidente il loro fermo carattere di condanna della violenza bellica. E’ difficile ricordare qualcosa di così drastico, di così deciso nel segno e nel giudizio: in Italia, forse solo i grandi disegni di Carpi sulla tragica ritirata dell’esercito serbo in Albania possono reggere il confronto, ma in Gagliardo la definizione dell’immagine è più netta e tagliente, l’ispirazione è meno patetica. Per taluni aspetti il rimando che viene più spontaneo è quello a Otto Dix, che incideva i suoi cinquanta zinchi sugli orrori della guerra ’14-’18 pressappoco nello stesso periodo in cui Gagliardo stava per incidere i suoi.

Dalle immagini di Gagliardo, come in Dix, esulano i commenti pietistici dei fatti. Le sue immagini hanno margini duri, risentiti, che sigillano spietatamente la forma, dandole perentorietà, esemplare energia. A volerle collocare dentro il gioco delle tendenze, si potrebbe situarle in uno spazio intermedio tra Espressionismo e Nuova oggettività.

Il tema della prima guerra mondiale non aveva avuto tempo di risolversi che già il secondo conflitto esplodeva più atroce: Gagliardo continua nella sua opera rivelando quanto profondi fossero i motivi del suo dissenso nei confronti della prevaricazione sull’uomo. Ed è appunto in tale dissenso che attinge la forza di persuasione di queste sue immagini, superando le stesse dolenti e drammatiche “occasioni” che le hanno dettate. Nei giorni di rischio e di sgomento in cui viviamo, con gli echi quotidiani di un conflitto in Siria che sembra non fare più notizia, mentre l’Europa è invasa di profughi e la minaccia nucleare è nuovamente quotidiana, queste immagini ci appaiono come la testimonianza del giudizio generale e immutabile che vuole la violenza fuori dai confini della nostra storia. Lo Zonta ha tra le sue finalità l’empowerment femminile, che significa progresso per la società tutta. Le donne sono state e saranno sempre fondamentali in ogni processo di ricostruzione ma anche e soprattutto nel mantenimento della pace tra i popoli. La mostra è un’occasione per ribadire il nostro no alla guerra, il nostro si al rispetto dei diritti umani, al rispetto delle idee e delle differenze altrui. sempre e a maggior ragione nel giorno in cui si celebra l’ Unità Nazionale, afferma Nadia Biancato, responsabile Advocacy di Zonta Club Alessandria e  curatrice della mostra che il 14 novembre sarà visitata dalla scuola primaria locale.

La mostra, realizzata in occasione delle celebrazioni per la fine della prima Guerra Mondiale e per il 98° Zonta Day, rimarrà aperta al pubblico nella Sala Consiliare  del Municipio nei consueti orari di apertura e il sabato anche dalle ore 17 alle ore 19.

Barbara Rossi