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Riceviamo e pubblichiamo questa lettera, scritta da Carlo, ospite della casa famiglia Rosanna Benzi, recapitata da Carlo, presidente della struttura, a Papa Francesco durante la sua ultima visita a Roma:

Caro Papa Francesco,
mi chiamo Claudio, un uomo che anche se ha solo 45 anni, si sente, mi sento, “ora” fortunato e Ricco (sento essere quasi alla fine di questo percorso, che si chiama vita) e nonostante la vita nel corso di essa mi abbia saputo negare e togliere tante cose, l’affetto dell’amore dei miei cari, e anche la salute, essendo colpito da una malattia terminale, subdola e vigliacca, Distrofia muscolare. Ora e qui invece, la vita qualcosa mi sta restituendo.

Vivo attualmente presso una bellissima famiglia, bellissima perché, benché composta da individui diversi, cognomi diversi, età diverse, etnie diverse, siamo anche senza alcun vincolo di parentela tra noi…

Eppure sia gli operatori che gli inquilini di questa bellissima casa e i tutori stessi che vi lavorano, ci accumuna un progetto, che ci spinge a credere e riavere la speranza, che nonostante la nostra diversa abilità, qua… in questa famiglia ci è stata ridata la nostra dignità di Uomo/Donna e il “diritto alla vita”, quindi migliorandone la qualità nell’immediato, infondendo speranza per un futuro (nel breve o nel lontano) e qualsiasi cosa si possa volere, pensare, desiderare, salvando persone dal baratro della depressione o dall’indigenza in cui vivevano, dalla negazione al diritto stesso di vivere come si desidera o vorrebbe, levando dalla segregazione in cui alcuni vivevano e relegati a una “vita asociale” senza possibilità d’interagire se non con pochi familiari e in quattro mura, o parcheggiati e gestiti da strutture NON idonee.

I tutori di questo progetto e questa casa sono Uomini e Donne tanto intelligenti e sensibili, da “capire” che la vita NON è questa se vissuta in quella maniera. E come ricercatori, spendono e impegnano la propria vita e risorse al fine di migliorare la vita di qualcuno. Per questo mi ritengo uno “fortunato” e lo si puo capire venendo in questa casa a vedere con propri occhi e assaggiando l’ospitalità che quotidianamente si ritrova, che questa “piccola realtà” regala e ci si trova.

Si cerca di far vivere questa “piccola realtà”, nonostante l’ignoranza di chi non conosce e ciò che non vuole conoscere e appurare, ha paura e/o teme, ostacolando anche indirettamente lo sviluppo e la vita della stessa.

Caro Francesco, scusa se ho divagato e sono stato prolisso nel parlare di questa “piccola realtà” ma, anche una tua benedizione e augurio a noi e a che altre “piccole realtà” vengano promosse, appoggiate e seguite, ci darebbe ulteriore forza… perché come mi piace spesso dire…

“L’impossibile è stato fatto e lo si fa… Per i miracoli, ci stiamo attrezzando!”: e proprio da te e con una tuo pensiero positivo o d’incoraggiamento a continuare su questa strada, ci rincuorerebbe e darebbe ulteriore vigore…

Io non so bene come parlare o ci si debba rivolgere a figure “istituzionali o superiori” e per questo uso un linguaggio semplice e come per un amico.

Non so quanto mi possa rimanere ancora da vivere, ma siamo TUTTI di passaggio, e grazie anche a questa famiglia mi ritengo “Ricco”… ricco per gli affetti e le persone che ci vivono e lavorano… Ricco, perché e anche se la vita mi ha fatto conoscere amici (falsi confortatori)… come l’amico “dolore” o l’amica “disperazione” la quale ci accarezza e talvolta tocca, quando veniamo privati, (se non dagli uomini, dalla sorte) del diritto alla vita, scegliendo da noi come viverla.
Perché tu c’insegni che l’uomo che cos’è?? O chi è l’uomo??… o cosa fa di un uomo un “uomo”??
Io… penso… io… vivo… Quindi “esisto”!!

E non è importante come un uomo decide d’iniziare le cose o una cosa, ma come decide e fa di tutto per portarla a termine quella cosa. E io… e con me altre persone vorremmo lasciare come “testimonianza” questa NOSTRA “piccola realta’”… e che la si faccia conoscere.

Grazie… caro Francesco, sia per il tempo e/o chi in tuo aiuto legge e segnala cosa leggere… ponderare e decidere se vale il tempo da dedicarci.

Carlo Bigozzi

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