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Si è svolta, ieri mattina, presso il Monumento ai Caduti di Corso Crimea, la celebrazione del 67o anniversario della fondazione della Repubblica Italiana.
Il sindaco, Maria Rita Rossa, in seguito alla cerimonia, ha espresso alcune considerazioni:

“Celebriamo, oggi, un momento importante dopo la cerimonia che abbiamo condiviso lo scorso 25 aprile, l’atto di Fondazione della nostra Repubblica che ha portato all’elaborazione della Carta Costituzionale, il pavimento su cui si costruisce la nostra società civile.
La Costituzione è nata come atto prodotto dal confronto di culture, di posizione politiche anche diverse, di individualità e proprio per la sua genesi essa rappresenta il senso più vero e più grande della nostra comunità. Ne ha definito le regole, regole che permettono di sancire dei principi su cui si fonda la vita della nostra comunità civile, regole in cui ogni individuo si riconosce.
L’esperienza della Costituente è stata la prima e vera significativa partecipazione della donne alla vita politica. Le donne c’erano nella resistenza e poi ci sono state nella ricostruzione. Hanno combattuto in prima linea e nelle retrovie, hanno avuto un ruolo determinante nelle fabbriche e nella società civile dove avevano sostituito gli uomini richiamati al fronte. Nella Costituente hanno portato la loro esperienza per dare soluzioni comuni a tutela dell’uguaglianza e solidarietà.
Dobbiamo riflettere su questo, perché non ci siano più aule vuote in Parlamento quando si discute di femminicidio, quando si combatte contro la violenza. Tutti gli articoli della nostra Costituzione, infatti, sanciscono il rifiuto di ogni forma di violenza.
Il presidente Napolitano ci ha assegnato questo compito, di portare avanti il valore della nostra storia.
Anche se la nostra nazione si è affacciata tardi sul panorama europeo, rispetto ad altre nazioni, noi abbiamo una delle più belle Costituzioni che esistano, un atto che ci permette di meravigliarci ad ogni passo, un atto che va difeso e tutelato, e magari anche modificato laddove necessario,. Le modifiche vanno, però, condivise e partecipate in particolar modo dal basso.
Noi come amministratori dobbiamo riflettere sul nostro ruolo ed appellarci a tutti i valori su cui la Costituzione si fonda.
L’articolo 1 ci ricorda che la nostra è una ‘Repubblica democratica fondata sul lavoro ’ . Ebbene, il lavoro non va inteso solo come fonte di reddito, ma come terreno su cui si fonda l’individualità, come strumento di coesione sociale e civile di cui ogni comunità ha bisogno.
E’ molto difficile mettere insieme il bisogno di dare servizi efficienti ed efficaci ad una comunità, con le necessità dei cittadini di vedere ridotte le imposte e l’urgenza ed i limiti che il risanamento ci impone.
Ci vuole unità, tra le forze politiche, tra le istituzioni, tra i cittadini: se non siamo uniti, rischiamo di distruggere la città nella sua propria essenza. Ed è proprio sul richiamo dell’articolo 1 che sta il nostro impegno, per non lasciare indietro nessuno, per utilizzare tutte le forme possibili di ammortizzatori sociali e di accompagnamento al lavoro perché, come diritto fondamentale di ognuno, venga garantito e tutelato.
Come nel lontano 1945, quando dopo la guerra vi era la necessità di trovare la speranza dell’orizzonte, oggi anche noi dobbiamo guardare avanti, al nostro orizzonte, per ritrovare la speranza.
Oggi si tiene a Roma la consueta parata militare e questo mi fa riflettere, su tutte le risorse che vengono impiegate per le campagne militari all’estero.
Pur sapendo di non essere in linea con il sentire diffuso, ma come donna e come cittadina, ritengo che sia inutile destinare risorse economiche così importanti per il sostegno di queste missioni, che non sempre sono missioni di pace. L’articolo 11 della nostra Costituzione ce lo ricorda, richiamandoci alla pace come valore fondamentale, come strumento di coesione sociale.
Pertanto, nonostante gli obblighi che permangono con gli altri paesi europei in questo ambito, ritengo che sarebbe molto più utile destinare anche solo una parte di queste risorse al sostegno delle comunità in difficoltà, come la nostra. Sarebbe certamente più necessario e più coerente con i valori su cui si fonda la Costituzione della nostra Repubblica”.

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