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ALESSANDRIA – Il tema, al momento, sembra abbastanza circoscritto e poco approfondito. Ma, con ogni probabilità, sarà un confronto serrato e decisivo sul lavoro a decidere lo sprint delle prossime elezioni nazionali, in programma nel prossimo mese di marzo. Gli spunti, in tal senso, non mancano. Neppure nell’alessandrino. La situazione dell’Ilva resta quella più delicata, nonostante il recente passaggio di proprietà dei sei complessi industriali – tra cui quelli di Genova e Novi Ligure – al gruppo ArcelorMittal. Sembra quasi superfluo ricapitolare le ultime vicende che hanno coinvolto l’azienda fondata dal Gruppo Riva, anche se sul piatto della bilancia pesano ancora la ventilata ipotesi di un taglio del personale (secondo i calcoli, sono circa 4 mila gli esuberi, qualora si decidesse di ridurre l’organico) e la richiesta da parte di Bruxelles di agevolare l’uscita del gruppo Marcegaglia dalla cordata formata con ArcelorMittal per rilevare l’Ilva di Taranto – soprattutto per evitare una riduzione della concorrenza – e la cessione dell’impianto di Piombino da parte dello stesso colosso lussemburghese. I dipendenti, ormai costantemente sul piede di guerra, si sono (quasi) 3m-officeritrovati con i colleghi della ditta 3M di Predosa che, secondo il piano industriale, avrebbe dovuto chiudere i battenti lo scorso novembre. Non sarà così, visto che l’ex Grafoplast è stata rilevata da un’azienda di proprietà della famiglia Piana, specializzata nella realizzazione dei cavi elettrici, che ha scelto di mantenere attivo il sito produttivo senza licenziamenti previsti per i 43 dipendenti.

Luca Piana