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Giovedì 22 ottobre alle ore 14.00, a Expo Milano 2015 presso i locali di Cascina Triulza, agronomi e forestali piemontesi e valdostani e WAA-CONAF organizzano un convegno per discutere sulla gestione sostenibile delle risorse e promuovere interventi di protezione sociale nel continente africano attraverso l’agricoltura familiare.

La produzione di cibo comprende, oltre agli aspetti tecnici ed economici, anche quelli sociali ed ecologici. Dal 15 al 18 settembre scorsi si è svolto a Expo Milano 2015 il Sesto Congresso Mondiale degli Agronomi che si è concluso con la redazione della Carta mondiale dell’agronomo, il documento sul futuro del cibo confluito nella Carta di Milano. A fine ottobre, un mese dopo questo importante evento, la Federazione Interregionale degli Ordini dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali del Piemonte e della Valle d’Aosta in collaborazione con la World Association of Agronomists e il Consiglio Nazionale dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali, con il patrocinio dell’Accademia di Agricoltura di Torino, organizzano all’interno del sito espositivo un convegno dal titolo Gestione delle terre e conservazione dei suoli in Africa mediante tecniche agronomiche tradizionali. Giovedì 22 ottobre alle ore 14.00, presso i locali di Cascina Triulza, agronomi e forestali piemontesi e valdostani incontreranno professionisti internazionali, addetti ai lavori, rappresentanti del mondo delle ONG e istituzioni per aprire uno spazio di riflessione e scambio sulla gestione agronomica delle terre africane attraverso la valorizzazione dell’agricoltura familiare, al fine di favorire la gestione sostenibile delle risorse e promuovere interventi di protezione sociale nel continente africano.

Al centro del convegno, una relazione del Dott. Agr. Prof. Andrea Giordano, già docente di Pedologia presso la Facoltà di Agraria dell’Università degli Studi di Torino, sul tema Cibo e sistemi agricoli familiari in Africa. «Nelle piccole imprese familiari africane la produttività per unità di superficie e per unità di energia utilizzata è maggiore rispetto ai valori delle grandi aziende – spiega Giordano –. Nonostante ciò gli Stati tendono a favorire le grandi piantagioni e le monocolture gestite dalle multinazionali, inibendo così lo sviluppo rurale, trascurando l’ambiente e la cultura locale, favorendo lo spostamento degli agricoltori verso le grandi città e incrementando il problema del sottoproletariato urbano. Per favorire l’agricoltura familiare bisognerebbe puntare su investimenti in tecniche agricole sostenibili e sullo sviluppo di cooperative comunitarie: oggi dobbiamo lavorare per trovare la giusta combinazione di tecniche moderne e pratiche tradizionali in grado di garantire la sostenibilità sociale, economica ed ecologica dell’agricoltura familiare».

All’intervento di Giordano, seguirà una tavola rotonda aperta a professionisti, tecnici e addetti ai lavori nazionali ed internazionali, rappresentanti del mondo delle ONG e istituzioni, moderata dal Dott. Luca Ongaro dell’Istituto Agronomico per l’Oltremare.

Di Fausta Dal Monte

Giornalista professionista dal 1994, amante dei viaggi. "La mia casa è il mondo"

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