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Le uova hanno avuto un forte valore simbolico fin dall’antichità: in numerose culture esse rappresentano la sacralità della vita e l’attivazione del ciclo della natura durante l’avvento della stagione primaverile.

Nel Cristianesimo l’uovo è simbolo di vita, e rimanda all’episodio della Resurrezione di Cristo: esso infatti viene paragonato al sepolcro di pietra nel quale venne sepolto il Messia.

Nel Medioevo si sviluppo l’usanza dello scambio di uova decorate: era un dono pregiato che i signori delle corti porgevano alla servitù; quest’usanza si  sviluppò probabilmente tra le popolazioni Germaniche.

La svolta si ebbe nel 1883, quando lo zar Alessandro III di Russia incaricò l’orafo Peter Carl Fabergè di preparare un dono speciale per la zarina Maria Fyodorovna: l’artigiano creò un uovo smaltato di platino bianco contenente un ulteriore uovo  in oro, a sua volta contenente una riproduzione della corona  ed un pulcino d’oro: il primo uovo Fabergè colpì talmente tanto i reali che ne commissionarono 52 dal 1885 al 1917.

L’ invenzione di Fabergè, tralasciando il valore economico, ha il merito di aver istituito l’usanza  della sorpresa interna all’uovo: un’usanza entrata nella cultura popolare di molti popoli per la gioia dei bambini.

Con il passare del tempo le uova di gallina furono sostituite da quelle di cioccolato, cedendo  agli artisti della pasticceria il compito di stupire.

 

N.C.

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