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Legge contro le discriminazioni

Il progetto di legge, intitolato “Norme di attuazione del divieto di ogni forma di discriminazione e della parità di trattamento nelle materie di competenza regionale” nasce dai testi del disegno di legge 141, presentato dall’assessora Monica Cerutti, e dal progetto di legge n. 81 presentato dalla consigliera Stefania Batzella. Relatrici in Aula del provvedimento Nadia Conticelli (Pd) e Stefania Batzella (M5S).

La legge è composta da 19 articoli sui quali sono stati presentati 54 emendamenti. L’esame in Aula è arrivato sino all’approvazione dell’articolo 10.

Durante l’esposizione della relazione iniziale, la consigliera Conticelli ha illustrato gli scopi del provvedimento: “I principi di non discriminazione sono presenti nella Costituzione e nei Trattati dell’Unione Europea, sono quindi applicabili anche a livello regionale. Questa legge intende colmare il vuoto normativo e consentire alla Regione Piemonte di definire gli strumenti normativi per mettere in atto gli interventi necessari per attuare questi principi costituzionali”. La consigliera Batzella ha affermato: “Si tratta di un grande passo avanti per il Piemonte, è una legge che mancava. La discriminazione di genere è molto diffusa anche nel nostro paese: le donne sono le prime a perdere il lavoro, le immigrate sono spesso discriminate, ancor di più le disabili. Chiediamo che i finanziamenti previsti (250mila euro) siano aumentati per poter attuare tutte le iniziative necessarie”.

L’assessora Monica Cerutti presentando il disegno di legge, ha dichiarato: “questa è una legge-quadro che vuole introdurre norme per tutte le leggi che potremo assumere. Si applica in un ambito in cui la Regione non ha una propria normativa, ma non c’è nemmeno una normativa nazionale su questo argomento. Il ddl riguarda tutti i tipi di discriminazione, secondo la normativa nazionale e europea. E’ frutto di un lavoro di consultazione partecipata con le associazioni. Il testo presentato recepisce numerose richieste di modifica presentate durante le sedute di Commissione”.

La legge fissa alcuni criteri generali che si riferiscono alla parità di trattamento tra le persone e al divieto di ogni forma di discriminazione, stabilendo norme per la prevenzione e il contrasto alle discriminazioni. Gli ambiti di intervento del provvedimento si riferiscono alla salute e alle prestazioni sanitarie, alle politiche sociali, al diritto alla casa, alla formazione professionale e all’istruzione, ai temi inerenti il lavoro, alle attività sportive, ricreative e culturali, ai trasporti, alla comunicazione ed anche alla formazione del personale regionale. All’articolo 9 la nuova legge prevede anche che il Comitato regionale per le comunicazioni (Corecom) effettui rilevazioni periodiche sui contenuti della programmazione di radio e tv locali e proponga iniziative per promuovere l’affermazione dei principi antidiscriminatori. L’articolo 10 sancisce il diritto alla mobilità per ogni persona e gratantisce l’accessibilità alle strutture regionali.

Nel corso del dibattito in aula le posizioni di maggioranza e opposizione hanno trovato un’intesa che ha permesso di approvare i primi dieci articoli del disegno di legge.

Per la maggioranza sono intervenuti i consiglieri: Andrea Appiano, Paolo Allemano, Domenico Ravetti (Pd), Marco Grimaldi (Sel) che hanno sostenuto l’utilità di una legge di principio contro tutti i tipi di discriminazione.

I consiglieri del Movimento 5 Stelle intervenuti, Stefania Batzella e Giorgio Bertola, hanno dichiarato in apertura di dibattito: “Siamo a favore del progetto di legge presentato dalla nostra consigliera perchè dobbiamo occuparci dei diritti di tutte le persone”.

I consiglieri Gianluca Vignale, Diego Sozzani, Francesco Graglia, Claudia Porchietto (Fi), Maurizio Marrone (Fratelli d’Italia), Gianna Gancia (Lega Nord Piemont) sono intervenuti nel dibattito ed hanno presentato diversi emendamenti. Nei loro interventi iniziali hanno sostenuto che questo testo di legge “crea confusione, perchè in realtà intende tutelare le coppie omosessuali, anche se le priorità del Piemonte sono altre”.

Tra gli emendamenti più significativi approvati dall’Aula, quello presentato dai consiglieri di opposizione che pone il divieto alla discriminazione in base alla nazionalità e quello, presentato dall’assessora Cerutti, che “promuove la rimozione degli ostacoli che impediscono una piena parità di accesso alle cariche elettive e introduce correttivi volti al perseguimento di una compiuta democrazia paritaria”.

Il dibattito sui restanti nove articoli della legge proseguirà in una prossima seduta del Consiglio regionale.


 

Acquedotto municipale di Costa Vescovato (Al)

L’assessore all’Ambiente Alberto Valmaggia ha risposto all’interrogazione n. 918 presentata dal consigliere Marco Grimaldi (Sel) per sapere se sia intenzione della Giunta, annullare la richiesta di un gestore unico dell’acqua nei confronti di un piccolo Comune che opera nell’interesse dei propri concittadini, dell’ambiente e della tutela della risorsa idrica locale.

Valmaggia ha risposto che la Regione, allo scadere dei termini previsti dalla normativa, si è attivata al fine di acquisire gli atti e la documentazione propedeutici all’esercizio dei poteri sostitutivi ad essa assegnati. È stato chiesto all’ente di governo competente di fornire elementi riguardanti il profilo di legittimità. L’operato regionale sarà improntato al rispetto della volontà della legge e delle responsabilità derivanti dall’esercizio dei poteri sostitutivi, così come della volontà del Comune di Costa Vescovato qualora ne ricorrano le condizioni.


 

Lunghi tempi di attesa e indisponibilità del servizio di libera professione all’Aso di Alessandria

L’assessore all’Ambiente Alberto Valmaggia ha risposto, per conto dell’assessore alla Sanità Antonio Saitta, all’interrogazione n. 920 presentata dal consigliere Valter Ottria (Pd) per sapere quali azioni s’intendano mettere in atto per assicurare un servizio con tempi più brevi e per far fronte alla mancanza di un adeguato e fondamentale supporto in libera professione.

Valmaggia ha risposto che la ragione delle lunghe attese può essere in parte spiegata nell’intensa domanda tanto da registrare, nel corso dell’ultimo anno, circa 4mila prestazioni. L’Aso di Alessandria rappresenta un ampio bacino di utenza e storicamente, si registrano ritardi anche per l’attività in libera professione intramoenia. L’attesa non è di sei mesi ma di 106 giorni mentre le prestazioni urgenti sono erogate nei tempi stabiliti. Per l’inconveniente, l’azienda, nel gennaio 2015, ha provveduto all’assunzione di un nuovo medico, incrementando le visite ambulatoriali e ricorrendo anche al ricovero dei soggetti più bisognosi. Sono stati attivati provvedimenti utili a assicurare un servizio in tempi più brevi che andranno integrati con un’azione territoriale comune con l’Asl Al.

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