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In Piemonte i flussi migratori sono una realtà ormai assodata, prova ne sono i 14.080 richiedenti asilo presenti sul territorio regionale. Un dato di fatto che non può passare in secondo piano, dato il crescente afflusso di persone in approdo nel 2017 (9425 a gennaio, in aumento rispetto allo stesso mese del 2016, 6030, e del 2015, 3813). Per trasformare la gestione dell’immigrazione da uno stato “emergenziale” a uno “strutturale”, la Regione Piemonte ha così preparato un piano che da un lato fotografa l’attuale stato dell’arte, dall’altro presenta programmi per favorire l’integrazione.
Il protocollo di collaborazione tra l’ente e i Centri Servizi per il Volontariato (tra cui quello di Alessandria e Asti) prevede un approfondimento del livello di partecipazione attiva dei richiedenti asilo alla società, su cui basarsi per predisporre processi di inclusione più efficaci. I progetti VE.S.T.A. (Verso Servizi Territoriali Accoglienti) e Petrarca 5 puntano alla formazione di 600 operatori, che sappiano così interagire con l’incombente presenza straniera, e di 3000 cittadini di paesi terzi, ai quali saranno insegnati l’italiano e principi di educazione civica. “Piemonte contro le discriminazioni” intende sanare possibili situazioni critiche nel rapporto tra cittadinanza e migranti, attraverso campagne di sensibilizzazione e informazione rivolte a tutti, comprese le eventuali vittime. Sono avviati, inoltre, percorsi creativi rivolti a giovani senegalesi e ivoriani, in collaborazione col Ministero degli Interni, finalizzati a ridurre la migrazione giovanile tramite lo sviluppo delle economie locali.

Stefano Summa
@Stefano_Summa

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