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“Per la manutenzione ordinaria delle 191 carceri italiane servirebbero ogni anno 50 milioni di euro. Di questi l’Amministrazione penitenziaria ne mette a disposizione 4, destinando per le 13 strutture che sorgono in Piemonte circa 10mila euro a istituto. È facilmente immaginabile come, in tale contesto, sia alquanto difficile rendere tutte le carceri luoghi a misura d’uomo”. Con questa considerazione il garante regionale dei detenuti Bruno Mellano ha aperto, lunedì 20 febbraio a Palazzo Lascaris, la conferenza stampa per rendere note le risposte del capodipartimento dell’Amministrazione penitenziaria Santi Consolo e del provveditore regionale Luigi Pagano sulle problematiche segnalate dal dossier presentato nel dicembre scorso dai garanti comunali piemontesi.

Con il vicepresidente del Consiglio regionale Nino Boeti sono intervenuti i garanti comunali dei detenuti di Alessandria Davide Petrini, di Torino Monica Cristina Gallo e di Fossano (Cn) Rosanna De Giovanni e l’architetto Cesare Burdese, esperto di architettura ed edilizia penitenziaria e già componente del Tavolo 1 degli Stati generali dell’esecuzione penale.

“Le risposte dell’Amministrazione e del Provveditorato non possono ritenersi pienamente soddisfacenti – hanno sottolineato a più riprese i garanti – ma consideriamo un risultato importante il fatto che siano state prese in considerazione e che le criticità che abbiamo segnalato fossero già conosciute e condivise”.

Si riconosce, per esempio, l’inadeguatezza degli istituti penitenziari “Cantiello e Gaeta” di Alessandria a ospitare i detenuti e la necessità di realizzare alcuni interventi temporanei per consentire la riattivazione del padiglione “Collaboratori” della casa di reclusione di Alba (Cn), chiusa per legionellosi poco più di un anno fa, il cui progetto operativo dovrebbe essere definito entro la fine del mese dal dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria di Roma. Così come la necessità di creare nuovi spazi dedicati ai detenuti in regime di semilibertà e ammessi al lavoro esterno della casa di reclusione di Fossano e le problematiche legate al mancato funzionamento di un ascensore e di un montacarichi e agli allagamenti in caso di pioggia al “Lorusso e Cutugno” di Torino.

“Per assicurare la necessaria manutenzione alle carceri piemontesi – ha osservato Burdese – servirebbero 7 milioni di euro che non ci sono ma che potrebbero essere trovati se si decidesse di ricorrere a strumenti tecnico-finanziari”.

“La Regione Piemonte – ha concluso Boeti – ha il merito di essere stata la prima a far confluire la sanità carceraria all’interno di quella pubblica, ma è indispensabile che la sanità carceraria sia in dialogo costruttivo e costante con le strutture pubbliche”.

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