dialessandria.it - no photo
dialessandria.it - no photo

Crisi dei consumi, difficoltà di mercato interno, sviluppare progetti che permettano ai nostri produttori di aprirsi ai ‘grandi e nuovi’ mercati dei consumatori globali: questi i ragionamenti quando si parla di vino.
“Di tutto ciò – afferma Carlo Ricagni, presidente provinciale della Cia di Alessandria – i produttori di ‘uve brachetto’ ne risentono e ne pagano, da molti anni, le conseguenze negative, in particolare per gli errori di chi ha gestito in malo modo questo settore. Risorse e progetti che non solo non hanno portato risultati positivi, ma hanno ridotto le produzioni di uva e i redditi dei viticoltori ai minimi storici”.

Gli ultimi dati di vendita delle bottiglie di Brachetto segnalavano un’ulteriore riduzione, e dal Consorzio è uscita la proposta di un abbassamento delle rese per la prossima campagna.

Piero Trinchero, produttore acquese, ripete quanto affermato dagli associati Cia in un incontro organizzato dalla Confederazione: “Non sottoscriveremo alcun accordo che preveda ulteriori tagli di resa produttiva, siamo stanchi di questo procedere al ribasso senza un progetto concreto, con una docg allo sbando, con i viticultori che nei propri vigneti producono più uva aromatica di ‘Acqui docg’, e senza che qualcuno si assuma la responsabilità di questo tracollo”.

I produttori della Cia, si confronteranno con decisione, chiedendo a tutti coloro che nella filiera hanno un ruolo importante, primi fra tutti gli industriali, che il modo di condurre questo comparto degli aromatici deve cambiare direzione.

“Non si può – sostiene Carlo Ricagni – ripetere che si è salvaguardato il reddito degli agricoltori in questi anni, poiché è mancato un progetto di ‘ricollocazione’ di questo particolare vino aromatico”. “Ragionando sul segmento degli aromatici – conclude Ricagni – ci chiediamo se non sia il caso di superare lo steccato degli attuali Consorzi: perché non inglobare il Consorzio del Brachetto nel più organizzato e forte Consorzio dell’Asti? Il territorio è in gran parte coincidente, lo sono anche i produttori e le industrie spumantiere, in questo modo si potrebbe ragionare sull’intero settore degli aromatici, e affrontare meglio il mercato globale del vino, con la prospettiva d’invertire la rotta, anche per il Brachetto”.

 

 

0 0 voti
Valutazione articolo
Subscribe
Notificami
guest
0 Commenti
Inline Feedbacks
Vedi tutti i commenti
0
Vorremmo sapere cosa ne pensi, scrivi un commento.x