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Riceviamo e pubblichiamo:

“Ogni successo del FAI è un successo del Paese… Italiani iscrivetevi al FAI”: con queste parole il ministro dei beni culturali Dario Franceschini ha concluso il XIX Convegno nazionale FAI “Per sempre, per tutti”, svoltosi venerdì 17 aprile presso l’Angelicum al Quirinale di Roma, titolo che trova nel sottotitolo il suo completamento strategico: “Spunti e proposte per una politica più umana dei beni culturali”. Un discorso partecipe e appassionato, centrato sull’idea che non c’è conservazione senza valorizzazione e, viceversa, la valorizzazione è il motore della conservazione. Finora nella cultura italiana il principio della valorizzazione ha rappresentato un tabù ideologico che ha finito per nuocere alla tutela stessa.
Lunghi applausi e standing ovation per l’improvviso arrivo nell’aula del Convegno dell’ex Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Il senatore a vita è entrato nell’emiciclo dell’Aula Magna mentre parlava Giulia Maria Mozzoni Crespi, Presidente Onorario del FAI: pochi passi ed è partito l’applauso, lungo, intenso, mentre il Presidente del FAI Andrea Carandini e il Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Dario Franceschini lo accompagnavano a sedersi in prima fila. “Sono qui – ha dichiarato Napolitano – solo per ascoltare e per rinnovare il mio vivissimo apprezzamento per chi come il FAI si occupa della salvaguardia e della valorizzazione del nostro straordinario patrimonio artistico, che è largamente sottovalutato e poco impegnativamente coltivato”. Franceschini, ha aggiunto l’ex Presidente della Repubblica, “considera giustamente uno dei suoi compiti, in ottemperanza con la Costituzione, quello di essere vicino e solidale a chi dal privato dà un contributo alla salvaguardia del nostro ambiente e del nostro patrimonio” .
Il Convegno non è stato un atto unilaterale di denuncia o peggio una lamentazione sui beni perduti. Al contrario ha funzionato come un laboratorio di buone pratiche, casi virtuosi e modelli esemplari a dimostrazione che, come ha detto nel suo intervento il vicepresidente esecutivo del FAI, Marco Magnifico, “se si vuole si può fare!”.
L’intervento del ministro ha suggellato, con l’autorità del potere istituzionale, l’idea che ha reso possibile il Convegno del FAI. Una sorta di “Stati generali” della funzione pubblica del privato, senza fini di lucro, nella conservazione, protezione e valorizzazione del patrimonio culturale in Italia. Esemplare in questo senso, nel primo degli interventi, la documentazione mostrata dal giornalista del Corriere della Sera, Gian Antonio Stella, che ha indicato foto per foto, sito per sito disastri pubblici e successi privati: dalla “Reale Tenuta di Carditello” alla “Reggia di Venaria”, a lungo soffermandosi sulla nostra Cittadella, così abbiamo avuto occasione di invitarlo nuovamente per vedere i progressi fatti con la nostra tenacia e costanza .Fra le proposte virtuose molti dei 52 Beni del FAI, come per esempio il “Parco Villa Gregoriana” a Tivoli oppure “l’Abbazia di San Fruttuoso” a Camogli…
Anche Piero Angela è intervenuto con proposte nuove ed interessantissime, promettendoci una sua visita alla Cittadella in tempi brevissimi.
Il Ministro Franceschini, seduto a fianco di Giorgio Napolitano, ha seguito tutto il convegno per trarre spunti e concludere con una testimonianza importante:
“Pubblico e privato devono collaborare e concorrere alla tutela e alla valorizzazione del patrimonio” ha spiegato il ministro per introdurre una proposta operativa già in uno stato di studio avanzato: “Voglio utilizzare e utilizzerò – stiamo completando le ultime modifiche – il Dpr 296 del 2005, il decreto presidenziale che consente di affidare ad associazioni no profit la gestione di siti e beni che lo stato non è in grado di gestire, di proteggere e tanto meno di valorizzare. Credo sia sufficiente il semplice buon senso per capire quanto non sia logico che lo Stato tenga chiuso un luogo di cultura quando c’è un’associazione privata pronta a restituirlo alla collettività, cioè alla sua funzione pubblica”. Nella riflessione del ministro Franceschini la critica alle scelte della politica è franca e trasparente: “Mi rendo conto che dobbiamo recuperare il grande ritardo che ha finora caratterizzato la gestione dei beni culturali in Italia. Un ritardo dovuto soprattutto alla politica nazionale che non ha creduto in nessun modo alle enormi potenzialità economiche della cultura”.
Il FAI nei suoi 40 anni di vita ha costruito la sua reputazione proprio sulla possibilità di rendere compatibile sostenibilità economica e recupero di un bene alla fruizione collettiva. Tesi che il direttore generale del Fai Angelo Maramai ha dimostrato con la forza dei numeri: 82,6 è la percentuale di autofinanziamento dei beni del Fai nel 2013; 90 milioni di euro sono la cifra raccolta e investita in progetti di restauro e recupero per la collettività dal Fai nei suoi 40 anni di vita; dal 2010 al 2014 il numero dei visitatori dei 30 beni del Fai aperti al pubblico è salita da 356 mila a 576 mila. Il Fai dimostra così che è anche possibile fare utili con la cultura come l’esempio di “Villa Gregoriana” dimostra: un incasso un utile di 41 mila euro nel 2014, immediatamente reinvestiti nella manutenzione straordinario del sito.
Anche noi per la Cittadella abbiamo investito parecchio, prossimamente pubblicheremo gli investimenti fatti in tempo e denaro negli ultimi anni a salvaguardia del nostro importante monumento. La trasparenza dei bilanci e gli sforzi che tutti noi abbiamo sostenuto per la comunità siano un esempio virtuoso che deve necessariamente essere seguito da molti.
Vivacità, coesione e nuove idee sono i punti salienti di questo magnifico convegno che ci ha offerto moltissimi spunti per crescere ancora, ma soprattutto ci ha dato la certezza di far parte di una organizzazione forte, che ci forma e ci protegge nel massimo rispetto delle Istituzioni e per un mondo nuovo “Per sempre e per tutti”.

Di Fausta Dal Monte

Giornalista professionista dal 1994, amante dei viaggi. "La mia casa è il mondo"

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