dialessandria.it - no photo
dialessandria.it - no photo

Arriva da Bologna una testimonianza significativa; in grado di restituire speranza e coraggio a centinaia di donne. Infatti; molto spesso una delle conseguenze più significative; dopo aver sconfitto il cancro è la difficoltà (praticamente l’impossibilità) di mettere al mondo un bambino.In Italia più del 50% delle donne che superano la malattia soffrono di infertilità. Qualche giorno fa; invece;Eleonora Porcu; dirigente delCentro per l’infertilità e la proceazione medicalmente assistitapresso il policlinico Sant’Orsola-Malpighi di Bologna ha presentato il primo caso digravidanza in seguito ad una chemioterapia antitumorale; avvenuto grazie al congelamento degli ovuli.

E’ purtroppo noto che le cure chemioterapiche a cui vengono sottoposte le donne che soffrono di cancro sono spesso così aggressive da poter renderle sterili. Solo in Italia stiamo parlando di una percentuale che oscilla tra il40 e il 70% delle pazienti: buona parte delle donne purtroppo si ammala ditumore alla mammella; che oltre ad essere ilpiù diffusoè uno tra ipiù aggressivie richiede delle terapie chemioterapiche che mettono a rischio la salute delle ovaie.

I dati sono stati resi noti dalla responsabile del Centro per l’Infertilità in un Congresso a Palermo; durante il quale ha raccontato del primo caso italiano di una donna rimasta incinta dopo un cancro al seno grazie alcongelamento delle ovaie. La dottoressa Porcu ha sottolineato innanzitutto che la pratica che ha messo in atto circa il congelamento delle cellule ovocitarie è assolutamente consentita dalle leggi italiane e si è rivelata una scelta di successo:“Purché siano disponibili almeno due settimane prima dell’inizio della chemioterapia la crioconservazione degli ovuli è il modo ideale per preservare la fertilità nelle pazienti con cancro al seno”.

Alberta è una donna di37 anniche prima ancora di sottoporsi alla chemioterapia per curare un cancro al seno diagnosticatole; ha deciso di congelare i suoi ovuli; in previsione di una gravidanza. Ha lottato con successo la malattia ed oggi è al terzo mese di gravidanza grazie alla procreazione assistita praticata dalla dottoressa Porcu al policlinico di Sant’Orsola-Malpighi diBologna. Nonostante le difficoltà del caso; lo staff guidato dalla responsabile nel luglio scorso ha scongelato quattro ovuli e inserito tre embrioni (il numero massimo consentito per la legge italiana) e uno dei tre embrioni; dopo 12 giorni di osservazione; ha iniziato a svilupparsi.

Anche in Italia; quindi; si compiono degli importanti passi in avanti nel campo della cura all’infertilità. Se in Spagna gli specialisti hanno creatoil primo bambino che non si ammalerà di cancrograzie alla selezione degli embrioni e in Inghilterra si offreuna fecondazione in vitro con una lotteriaalle coppie meno abbienti; in Italia i medici come Eleonora Porcu non si sono dati per vinti e hanno continuato la ricerca con le possibilità che la legge italiana consente loro


0 0 voti
Valutazione articolo
Subscribe
Notificami
guest
0 Commenti
Inline Feedbacks
Vedi tutti i commenti
0
Vorremmo sapere cosa ne pensi, scrivi un commento.x