dialessandria.it - no photo
dialessandria.it - no photo

La Giuria del Premio Acqui Ambiente, il più importante premio ambientale non solo italiano, ma europeo, dopo un’attenta, ponderata e seria valutazione delle opere, ha scelto i vincitori della X edizione. La cerimonia di consegna del Premio AcquiAmbiente si terrà domenica 28 giugno, nella cornice di Villa Ottolenghi, la celebre acropoli delle arti in zona Monterosso ad Acqui Terme, a partire dalle ore 17,00.

Questa edizione ha voluto premiare quali “Testimoni dell’Ambiente” tre personalità di rilievo a livello nazionale, provenienti da ambiti diversi ma ugualmente sensibili al tema dell’ambiente: Katia Ricciarelli, Renzo Martinelli e Luca Barbareschi.

Katia Ricciarelli si è esibita nei migliori teatri del mondo e, nel corso della sua straordinaria ed intensa attività lirica e concertistica, ha cantato con le più grandi voci della musica classica, da Mario Del Monaco, Franco Corelli, José Carreras, Placido Domingo, Luciano Pavarotti. E’ stata diretta dai più insigni direttori d’orchestra e registi da Herbert Von Karajan, Riccardo Muti, Claudio Abbado, Zubin Mehta, Carlo Maria Giulini, Carlos Kleiber, Lorin Maazel, Georges Prêtre e Gianandrea Gavazzeni, Franco Zeffirelli, Luca Ronconi, distinguendosi come la voce italiana più seducente e rappresentativa del panorama artistico degli ultimi trent’anni del XX secolo. La sua poliedricità le ha permesso di affermarsi anche come direttore artistico, regista lirico, attrice teatrale e cinematografica, in diversi film TV e fiction e in film d’autore con interpretazioni di successo, quale il ruolo da protagonista nel film La Seconda Notte di Nozze di Pupi Avati che le valse il Nastro d’Argento. Grosso successo sta riscuotendo in questi ultimi mesi il libro autobiografico di Katia Ricciarelli Da donna a donna, la mia vita melodrammatica, Edizioni Piemme, scritto con la collaborazione di Marco Carrozzo.

Renzo Martinelli riceve il premio speciale “Testimone dell’ambiente” per “Vajont, la diga del disonore“, trasmesso in prima serata su Rai Movie giovedì 9 ottobre scorso. Il film (tra gli interpreti, Leo Gullotta, Philippe Leroy e Laura Morante), ha ottenuto anche il David di Donatello. E’ la ricostruzione, in chiave cinematografica, della tragedia del 9 ottobre 1963, allorché, dalle pendici del monte Toc, nella valle del Vajont, 260 milioni di metri cubi di roccia precipitarono nel bacino artificiale della diga. L’enorme massa sollevò un’onda di 250 metri che distrusse i paesi sottostanti, provocando più di 2000 morti.
La pellicola, artisticamente di forte impatto narrativo ed emotivo, è un duro atto d’accusa verso chi sottovaluta i segnali d’allarme che spesso precedono gli eventi catastrofici della natura. La tragedia del Vajont non fu una fatalità, ma un evento annunciato. In quegli anni la tesi che andava per la maggiore era la mancanza di prevedibilità degli eventi.
Martinelli ha al suo attivo numerosi film di interesse storico, su vicende che hanno coinvolto profondamente l’opinione pubblica italiana. Tra questi, “La bambina dalle mani sporche”, grande successo televisivo con Sebastiano Somma e Ornella Muti, ispirato all’operazione “Tangentopoli” e alle grandi truffe Parmalat e Cirio; “Piazza delle Cinque Lune”, incisiva indagine sulla tragedia di Aldo Moro; “Il mercante di pietre” (2006, sul terrorismo islamico); “Barbarossa” (2009, dedicato all’imperatore che voleva conquistare l’Italia); “11 settembre 1683″ (in America, “September, eleven”): la battaglia di Vienna come premessa dell’attacco alle Torri Gemelle. Attualmente è impegnato a realizzare per Rai Cinema il film che avrà per titolo “Ustica. La verità”, dedicato alla tragedia dell’aereo dell’Itavia precipitato tra le isole di Ponza e di Ustica il 27 giugno 1980 con 81 vittime.

Una personalità d’eccezione si appresta a ricevere l’altro massimo riconoscimento del Premio, intitolato a Ken Saro Wiwa: Luca Barbareschi. Esordisce come regista nel 1996 con Ardéna. Girato a Calcàta, in provincia di Viterbo, il film rende l’incanto di questo paese di mille abitanti nella valle del Treja: case di tufo, un’origine medievale sulla quale il tempo è scivolato gentilmente. Merito della storia, certo, ma il film di Barbareschi vi aggiunge qualcosa: fa di quest’angolo lo sfondo di un passato prossimo, quello dell’adolescenza di un tredicenne nell’estate 1969, quando la tv trasmette lo sbarco sulla Luna e la radio le canzoni del Festival di Woodstock.
Nel 2002 Barbareschi incarna, tra i primi nel cinema italiano, un ecologista, figura che si pone oltre la destra e la sinistra. Da lui diretto e interpretato, oltre che scritto, Il trasformista rappresenta sottilmente e ironicamente il crollo dell’utopia davanti alla realtà. Infatti la natura ha trovato paladini capaci di grandi romanzi, come Le radici del cielo di Romain Gary (1956), da cui sùbito John Huston trasse il film omonimo. Ma quasi mai l’ecologismo ha potuto schierare qualcuno che rinunciasse a un’immensa fortuna per l’ecologia, come ha fatto l’inimitabile Edward Goldsmith. L’”ecologista” del film di Barbareschi è quindi solo un bravo piemontese, che si prodiga durante un’alluvione, fino a vedersi proporre l’elezione in Parlamento. Ma qui cominciano le umiliazioni. E, peggio, le tentazioni…
Nel 2013 ancora Barbareschi produce, sceneggia, interpreta e dirige Something Good, (“Qualcosa di buono”), film ispirato a sofisticazioni alimentari e al relativo traffico di derrate pericolose. Produzione italiana di respiro internazionale, girata a Hong Kong e dintorni, Something Good vede Barbareschi nel ruolo di un criminale d’alto bordo, che muove dollari a milioni, posto a confronto con gli esiti della sua condotta: la morte di un bimbo cinese, uno dei tanti, per intossicazione alimentare. Nello stesso tempo scopre che lui stesso è ormai nel mirino dei suoi mandanti.
L’attenzione di Barbareschi per le tematiche ambientali, lo stile con cui le ha rappresentate nella sua carriera di produttore, sceneggiatore, regista, interprete, si sottrae dunque ai luoghi comuni e attinge, nel connotare i personaggi, alle peripezie del meglio senza negare il fascino del peggio.

Vincitori della X edizione, per la sezione opere a stampa, che quest’anno con cinquanta volumi in concorso ha segnato il record di partecipanti di tutte le dieci edizioni, sono risultati Brando Quilici, con il volume “Il mio amico Nanuk”, Sperling & Kupfer e Giordano Bruno Guerri– Lorenzo Capellini, con il volume “Con D’Annunzio al Vittoriale“, Minerva Edizioni.
Il mio amico Nanuk” è un avvincente romanzo che descrive l’amicizia tra un adolescente e un cucciolo di orso polare. Opera di Brando Quilici, figlio del grande Folco e nipote di Nello, questo libro, anche un po’ autobiografico, si impone anzitutto per il grande rispetto e amore per la natura. E in secondo luogo, per l’avvincente descrizione del rapporto che lega il protagonista al piccolo orso e dal quale si evince come il mondo animale sia ricco di sensazioni, di spinte e di capacità affettive non dissimili da quello umano. Da questo libro, con la regia di Brando Quilici, è stato realizzato un celebre film naturalistico a colori attualmente proiettato in 90 nazioni dei 5 continenti, ai primi posti per incassi in molti Paesi.
Nel libro Con D’Annunzio al Vittoriale Giordano Bruno Guerri, scrittore e storico, descrive il suo privilegiato e straordinario “incontro” con la natura, l’ambiente e il disvelamento dell’anima di un grande poeta e racconta come ha recuperato e riaperto al pubblico le Vallette del Vittoriale degli Italiani di Gardone Riviera, una vasta e magnifica area naturale del parco, che nel 2012 ha vinto il Premio per il più bel parco d’Italia. Suggestivamente illustrate dalle foto di Lorenzo Cappellini, celebre fotografo de “Il Mondo” di Mario Pannunzio e di Alberto Moravia, i cui migliori scatti sono esposti nei più importanti musei del mondo, questo libro aiuta a comprendere la filosofia di vita di Gabriele D’Annunzio. “Non chi più soffre, ma chi più gode, conosce”, è una sua celebre massima. Per “godere”, Gabriele D’Annunzio intendeva il piacere della conoscenza, della difesa della natura e della bellezza della creazione.

Conduttrice della manifestazione sarà Antonia Varini, di Rai Uno Mattina, volto molto amato della televisione, che intervisterà i premiati di questa edizione, già nota al pubblico per la sua simpatia, la sua verve e la sua abile conduzione, accanto a Franco Di Mare, delle ultime edizioni dell’Acqui Storia.
La cerimonia si svolgerà nello splendido scenario delle colline acquesi, che si gode dal parco di Villa Ottolenghi, una location rappresentativa sotto l’aspetto naturalistico, artistico e culturale, gentilmente concessa dal proprietario Vittorio Invernizzi e splendidamente illustrata nel volume di grande formato Villa Ottolenghi Wedekind. Una residenza del Novecento ad Acqui Terme, edito da Umberto Allemandi e uscito in tutte le librerie italiane proprio in questi giorni. Per l’occasione, è stato predisposto un servizio navetta gratuito, che farà la spola fra Piazza Levi (Municipio) e Villa Ottolenghi (a Monterosso). Villa Ottolenghi dispone inoltre di un ampio parcheggio gratuito, che domenica sarà a disposizione di tutti i presenti.

La Città di Acqui Terme vanta ormai da anni la presenza del Premio Acqui Ambiente: accanto al Premio Acqui Storia, costituisce un’importante realtà letteraria che in questi ultimi anni ha nettamente consolidato il suo prestigio ed è divenuta il vanto della Città che lo ospita così come dei prestigiosi sostenitori del Premio, tra i principali la Fondazione Cassa di Risparmio di Torino e, da quest’anno, la Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria che riconoscono costantemente con il loro sostegno – l’importanza culturale delle manifestazioni organizzate dal Comune di Acqui – dichiara il Sindaco di Acqui Terme Enrico Silvio Bertero.

Quest’anno la cerimonia del Premio AcquiAmbiente avrà luogo in concomitanza con l’Expo 2015, l’Esposizione Universale che si terrà a Milano fino al 31 ottobre, il cui tema ‘Nutrire il pianeta, energia per la vita’ vuole includere tutto ciò che riguarda l’alimentazione, dal problema della mancanza di cibo per alcune zone del mondo a quello dell’educazione alimentare, fino alle tematiche legate agli OGM – dichiara il Responsabile Esecutivo del Premio Carlo Sburlati, che ha portato al successo internazionale anche il più longevo e blasonato Acqui Storia. – Il principio ispiratore del Premio Acqui Ambiente, il diritto ad un ambiente sano, si presenta come base e fondamento a quello che è l’asse principale dell’Expo 2015, il diritto ad una alimentazione sana, sicura e sufficiente per tutti gli abitanti della Terra, rendendo tale edizione del Premio di particolare rilievo all’interno del panorama culturale italiano ed europeo dell’anno 2015 e confermando in tal modo l’attualità e la visibilità internazionale del Premio ‘AcquiAmbiente‘”.

Proprio la concomitanza con l’Expo 2015, nel corso di questa edizione, ha fatto nascere l’esigenza di coinvolgere un pubblico sempre più ampio con lo scopo di approfondire la discussione e promuovere la diffusione di una coscienza ambientale su larga scala, con progetti specificatamente ideati anche per le fasce più giovani, allo scopo di sensibilizzare le nuove generazioni al rispetto dell’ambiente che si traduce nel rispetto della vita. E’ stata ideata pertanto una sezione parallela e, al tempo stesso, complementare al concorso letterario originario.
Il progetto ideato per i giovani verterà sul tema: “Expo 2015 Padiglione Italia: la ricerca di uno sviluppo equilibrato tra la produzione del cibo e lo sfruttamento delle risorse” e vedrà partecipare le scuole medie inferiori e superiori della Città di Acqui Terme, che riceveranno un riconoscimento in occasione della cerimonia.

Particolare risalto verrà dato inoltre, nel corso di questa edizione del Premio, ad un prestigioso traguardo raggiunto: nella riunione del Comitato del Patrimonio Mondiale che si è tenuto a Doha in Quatar dal 15 al 25 giugno 2014 i Paesaggi Vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato sono stati riconosciuti come parte integrante del Patrimonio Mondiale, attribuendo eccezionale valore universale al paesaggio culturale del Piemonte meridionale. L’iscrizione del sito alla World Heritage List porta l’Italia al 50° sito nazionale riconosciuto dall’UNESCO, una sfida importante per la nazione e, in particolar modo, per il Piemonte che oggi ha l’occasione di mettere in luce agli occhi del mondo intero le sue bellezze, i suoi paesaggi, i suoi valori storico-culturali.

Il premio è bandito con cadenza biennale dal Comune di Acqui Terme, con il patrocinio del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, della Regione Piemonte e della Provincia di Alessandria. Il Presidente della Repubblica ha voluto conferire alla manifestazione una particolare menzione assegnando al Premio AcquiAmbiente una speciale medaglia presidenziale in fusione di bronzo, che riproduce la sua firma autografa, realizzata dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato: il Premio può pertanto fregiarsi della citazione “Con l’adesione del Presidente della Repubblica”.
Il Premio AcquiAmbiente è realizzato con il supporto della Fondazione Cassa di Risparmio di Torino, della Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria, dell’Istituto Nazionale Tributaristi e del Gruppo Benzi.
Nelle passate edizioni il Premio ha annoverato fra i vincitori nomi illustri come Nico Orengo, Stephen J. Gould, il Lama tibetano Gangchen Rimpoce, l’indiano lakota Birgil Kills Straight, Mario Fazio, Reinhold Messner, Vandana Shiva, Carlin Petrini, Augusto Grandi, Mario Tozzi, Folco Quilici, Vittorio Sgarbi, Cristina Gabetti, Elisa Isoardi, Giorgio Tintori, Alberto II di Monaco, Giulio Rapetti Mogol, Michela Vittoria Brambilla, Papa Benedetto XVI e tanti altri.

0 0 voti
Valutazione articolo
Subscribe
Notificami
guest
0 Commenti
Inline Feedbacks
Vedi tutti i commenti
0
Vorremmo sapere cosa ne pensi, scrivi un commento.x