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“Fratelli e sorelle, buonasera” saluto accompagnato da un sorriso vero, il pensiero verso il predecessore, la richiesta alla folla di pregare per Lui, il nuovo vescovo di Roma, il capo chino alla folla in silenzio, la preghiera insieme semplice. In una manciata di minuti il mondo ha capito come sarà il suo Pastore e già lo ama. Papa Francesco, al secolo Jorge Mario Bergoglio, è il primo gesuita a salire sul trono di Pietro, è il primo sudamericano, argentino ma di origine piemontese, di Portacomaro in provincia di Asti e con cui ha ancora contatti,   ed il primo a chiamarsi Francesco, come il santo di tutti i santi.

Di Lui è nota l’umiltà, la semplicità, a Buenos Aires gira in metropolitana e va a fare le commissioni in autobus, è tifoso di calcio e gli piace il tango, la Sua opera pastorale si è caratterizzata per il contatto diretto e semplice con il popolo e i poveri. La Chiesa ieri ha spiazzato tutti, ha dimostrato di non essere vecchia e ripiegata su se stessa, un segno chiaro verso le necessità dell’umanità che chiede il rinnovamento della spiritualità e Papa Francesco sembra essere colui che sarà in grado di cambiare. La scelta del nome è emblematica e ancor più significativa essendo un gesuita, garanzia di spessore culturale ed evangelico e di un ordine che si è sempre opposto all’arrivismo, per esempio, dell’Opus Dei. Ora spira un nuovo vento sul mondo, un vento atteso e sperato.

 

Di Fausta Dal Monte

Giornalista professionista dal 1994, amante dei viaggi. "La mia casa è il mondo"

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