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The Witch di Robert Eggers sintetizza la proposta cinematografica del weekend dopo Ferragosto, ancora scarsissimo di titoli, per quantità e qualità.
Il plot di questo ennesimo horror estivo, ambientato tra i boschi del New England nel 1630, non è affatto banale o scontato come parrebbe a prima vista.
William (Ralph Ineson), predicatore rigido e ossessivo nell’espressione di una religiosità bigotta e conservatrice, viene per questo allontanato dalla comunità in cui vive e costretto a rifugiarsi con la moglie Katherine (Kate Dickie) e i cinque figli ai limiti di un bosco, in cui tenta di vivere in pace e semplicità.
Una serie di eventi drammatici e inspiegabili – la scomparsa del neonato Sam, la perdita del raccolto – precipitano la famiglia in una spirale di dubbi, sospetti e reciproche accuse, mentre ripetuti “segni” di origine sovrannaturale sembrano metterla in guardia dallo scatenarsi di una furia incontenibile e cieca.
The Witch fonda il suo appeal nei confronti dello spettatore, anche il non appassionato del genere, sull’attrattiva che da tempi immemori esercitano le storie in cui viene messa in campo l’archetipica lotta tra Bene e Male, tra razionalità e istinti, tra senso del sacro e follia religiosa, dopo aver immerso il tutto nell’atmosfera magica e inquietante di un ambiente naturale chiuso, con pochi ingressi e vie di fuga.
L’orrore, ancora una volta, nasce più che altro dall’uomo, dalla sua debolezza nel farsi soggiogare dai bassi istinti e da una superstizione insensata: il resto appartiene alla fisiologica evoluzione narrativa di una pellicola come questa (che ricorda vagamente The Village di M. Night Shyamalan, con meno risvolti antropologici), ma – per ovvie ragioni – non lo sveliamo.
Ottima la fotografia, giocata sui tagli di luce che fendono l’opprimente oscurità del bosco, e molto bravi gli interpreti, tra cui emerge Anya Taylor-Joy nel ruolo di Thomasin, figura chiave della storia.

Quale cinema ci attende, invece, il prossimo autunno?
A parte i film attesi alla Mostra di Venezia – in programma dal prossimo 31 agosto al 10 settembre, di cui riparleremo – la prossima stagione cinematografica ci riserverà appuntamenti con autori e interpreti decisamente prestigiosi, a partire da Jason Bourne di Paul Greengrass, ennesima variazione nella storia oramai seriale dell’agente segreto Bourne (Matt Damon), e Jack Reacher: Punto di Non Ritorno di Edward Zwick, con Tom Cruise di nuovo nei panni dell’ex poliziotto militare partorito dalla penna di Lee Child.
Tornerà anche la “pasticciona” Bridget Jones, con Bridget Jones’s Baby di Sharon Maguire, in cui Renée Zellweger si dibatte tra i quarant’anni e il desiderio di maternità, mentre già molto atteso, negli Usa e qui da noi, è The Light Between Oceans di Derek Cianfrance, con i divi Michael Fassbender, Alicia Vikander e Rachel Weisz uniti dall’affetto per una bambina misteriosa.

Verso la fine dell’anno approderanno sui nostri schermi le ultime fatiche cinematografiche di un nutrito gruppo di outsider: Paterson di Jim Jarmusch, intimista ma vibrante storia d’amore già passata al Festival di Cannes la scorsa primavera; Florence Foster Jenkins di Stephen Frears, con i due assi Meryl Streep e Hugh Grant a raccontare la vera storia della milionaria newyorkese con il sogno di diventare cantante d’opera; Cafe Society di Woody Allen, commedia ambientata tra New York e Hollywood degli Anni Trenta.
La stagione cinematografica 2016 chiuderà in bellezza, a dicembre, con Snowden di Oliver Stone, protagonista Joseph Gordon-Lewitt nel ruolo dell’informatico della Cia Edward Snowden, e con l’ultima prova del “grande vecchio” Clint Eastwood, che in Sully, complice Tom Hanks, racconta la vicenda del pilota che il 15 gennaio 2009 compì un miracoloso atterraggio d’emergenza sul fiume Hudson, salvando da morte certa 155 persone.

Barbara Rossi

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