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Vero falso d’autore

E arrivò il giorno: la decadenza fu decretata. Vent’anni di accuse, processi, giudizi, condanne, assoluzioni. Vent’anni di intreccio tra politica e giustizia, cronaca politica coincidente con la cronaca giudiziaria. Immunità parlamentare come lo scudo di un antico condottiero a difesa di nefandezze e interessi privati.
cicerone_senatoIn un freddo pomeriggio invernale le fatidiche parole vengono pronunciate: “Il commesso accompagni fuori dall’aula il dottor Silvio Berlusconi” Il Senato così si è espresso, quell’emiciclo il cui nome fu grande nella storia romana, nell’impero della civiltà, oggi giudica se stesso e i suoi rappresentanti.
Fa freddo e la tristezza dell’episodio raffredda ancora più il clima. È una sconfitta per tutti, il Senato della Repubblica con senatori condannati ed indagati.
Fa sempre più freddo, un brivido percorre la schiena dei presenti, un alito di vento gelido scuote i fogli sui banchi, i vetri si appannano di ghiaccio e improvvisamente una figura in tunica svolazza sullo scranno più alto e comincia a parlare: “O tempora, o mores!” Senatori e senatrici impaurite restano di sasso, pochi riconoscono Marco Tullio Cicerone, quasi nessuno capisce cosa abbia urlato e nessuno ricorda la sua celeberrima frase delle Catilinarie che tuonava contro il tradimento e la corruzione con “Che tempi, che costumi!”
Più che la conoscenza può il timore. Improvvisamente dall’ultima fila un senatore bisbiglia: “Anch’io decado, sono indagato” poi un altro, un altro ancora, si alzano e lasciano l’aula.
È un susseguirsi di mani alzate e di ammissioni di colpa. “Ho rubato, sono stato sleale, non ho mai lavorato per il Paese, ho preso lo stipendio senza meritarlo, ho usato il mio ruolo per avere privilegi, ho tessuto trame con le banche, ho comprato i voti, mi sono fatto la villa con i soldi pubblici”.
Confessioni liberatorie che come un fiume in piena sono inarrestabili.
L’aula man mano si svuota, restano i commessi attoniti e il Presidente con il suo campanello che invano cerca di ripristinare l’ordine; ormai sono decaduti tutti, hanno buttato giù la maschera e il Senato è vuoto.
Ora l’Italia può ricominciare e deve ringraziare quell’antico uomo per il quale la politica significava alto valore morale e idealità filosofica.
Sarebbe bello, eh, cari lettori, se fosse vero!
A Natale, si sa, una bella favola è concessa a tutti.

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