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MILLY-INVERNO
Cara Milly,

mi presento: sono una mamma di una bimba di 33 mesi che a settembre prossimo dovrà iniziare la scuola dell’infanzia.
Il problema è che io e suo padre dobbiamo compilare la domanda (solo on-line) per l’iscrizione alla scuola comunale. Il punto è che per poter usufruire dei punteggi ed entrare nella scuola, il comune richiede di inserire la situazione professionale dei genitori. Ovvero, entrambi devono essere lavoratori per avere diritto al punteggio. Ora, la mia situazione, come quella di tante famiglie in Italia oggi, è un po’ difficile poiché io lavoro (per di più part-time) ma il mio compagno no. È in mobilità e questa situazione è considerata come anomala per il sistema istruzione Italia, e quindi siamo automaticamente fuori dalla scuola visto che non abbiamo i punteggi giusti.
Mi chiedo, come è mai possibile che, in un paese dove le difficoltà lavorative sono palesi e molti vivono la mia medesima condizione, le persone che hanno formulato la domanda non abbiano preso in considerazione questi dati contingenti, fregandosene delle difficoltà in cui questo stato ci costringe a vivere?? Grazie per la cortese attenzione.
Cara lettrice,
grazie per avermi scritto e di aver condiviso con me questo problema.
Ho deciso di risponderti sul giornale, perchè questo problema tocca sicuramente tante altre famiglie che come te non sanno a chi chiedere spiegazioni.
Tanto per cominciare non trovo corretto e altamente discriminante poter effettuare l’iscrizione solo on line anche perchè non esiste una legge che ci OBBLIGHI a saper usare il computer e davanti a noi non c’è una persona fisica che ci possa dare delle spiegazioni e suggerimenti per poter effettuare la procedura nella giusta maniera. L’anomalia parte già da qui, anche perchè stiamo parlando di servizi pubblici, cioè a disposizione di tutti i cittadini.
A mio parere le leggi qui in Italia vengono fatte da legislatori che non conoscono e non vivono realmente i problemi della nostra società.
Secondo il loro giudizio avrebbero diritto ad usufruire della scuola dell’infanzia solo le famiglie che hanno entrambe i coniugi che lavorano. Forse lavorando in due possono anche permettersi di pagare un asilo privato, anche se intendiamoci, hanno pienamente diritto al servizio.
Penalizzare però chi in questo momento sta soffrendo perchè senza lavoro, ha veramente dell’assurdo.
Questa è una delle tante incongruenze della politica italiana che lascia i cittadini allo sbando, senza punti di riferimenti, pertanto, dal nostro giornale rivolgiamo un appello ai politici del territtorio e che ci rappresentano a Roma e a quelli in campagna elettorale per le elezioni amministrative e le europee, di farsi carico di questa questione e di poter dare ai cittadini risposte chiare e coerenti.
Spero cara lettrice che qualcuno ascolti la nostra richiesta di aiuto e ci dia una mano.
Ti auguro che tuo marito possa al più presto rientrare nel mondo del lavoro e che la serenità torni nella vostra famiglia.
Con affetto.

Un abbraccio. Milly

 

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