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Nei scorsi giorni il Consiglio dei ministri ha dato luce verde definitivo al Reddito di inclusione sociale siglabile (Rei). Il Rei andrà a sostituire il reddito di Sostegno all’inclusione attiva e l’assegno di disoccupazione Asdi.

Dunque nelle intenzioni dell’esecutivo, a regime diventerà, così lo strumento unico nazionale di contrasto alla povertà e all’esclusione sociale, e partirà dal 1° gennaio 2018, ed è composto di due parti. Un assegno mensile, che avrà un importo variabile in base alle persone che compongono il nucleo familiare, e un progetto personalizzato di reinserimento sociale e lavorativo.

Non tutti potranno accedere al nuovo istituto, ma soltanto le famiglie con un valore ISEE non superiore ai 6mila euro, e un indicatore ISR non superiore ai 3mila euro, patrimonio immobiliare, esclusa la prima casa, non superiore ai 20mila euro, e un patrimonio mobiliare non superiore a 10mila euro. L’indicatore del patrimonio immobiliare è modulare, cioè la soglia si riduce a 6mila euro per i nuclei familiari composti da una persona e a 8mila euro per i nuclei composti da due persone.

Va nella giusta direzione, nell’erogazione di tale aiuto economico, che la priorità in una teorica graduatoria vada alle famiglie nel cui nucleo siano presenti figli minorenni o disabili, donne in gravidanza e disoccupati con età superiore ai 55 anni.

Come si potrà usufruire di tale importante sostegno? L’importo dell’assegno o sussidio sarà caricato sulla Carta Rei, che sostituirà la Carta Acquisti. Metà dell’assegno mensile potrà essere prelevato in forma di contante, e l’altra metà speso in negozi che hanno stipulato apposita convenzione.

L’assegno o Reddito di inclusione sociale sarà compatibile con alcune tipologie di situazione lavorativa. Ma non con altri sussidi per la disoccupazione, come ad esempio la Naspi, eventualmente goduti da altri membri del nucleo familiare.

Sarà possibile fare domanda per la richiesta di tale aiuto economico, dal 1° dicembre 2017 presso “punti di accesso” che verranno organizzati a tale scopo dai Comuni; secondo le previsioni del Ministero tale sostegno   potrà raggiungere tra le 400 -500mila famiglie, cioè circa 1,8 milioni di persone di cui 700 mila sono minori.

Si è arrivati alla definizione di questo nuovo strumento grazie alle sinergie profuse da una rete di Associazioni denominata “Alleanza contro la povertà” e sindacati, nata nell’anno 2013 che hanno lavorato unitamente con il Governo, e con cui lo stesso Governo aveva firmato un apposito memorandum.

Scopo prioritario di tale Associazione è quello di contribuire alla definizione di adeguate politiche pubbliche contro la povertà assoluta in Italia.

COS’E’ IL REDDITO DI INCLUSIONE SOCIALE DENOMINATO “REI”

Il reddito di inclusione sociale è il nuovo sussidio economico introdotto nel panorama legislativo italiano con l’approvazione della legge delega contro la povertà, avvenuta il 9 marzo 2017. E definitivamente approvato martedì 29 agosto 2017, dal consiglio dei ministri, partirà dal 1° gennaio 2018.

Il reddito di inclusione sociale è composto da due parti: un assegno mensile e un progetto personalizzato di reinserimento sociale e lavorativo.

L’assegno mensile dipende dalla dimensione del nucleo familiare.  Secondo stime effettuate dal quotidiano La Repubblica in base alla formula contenuta nel decreto attuativo approvato dal governo, dovrebbe assumere i seguenti livelli:

1 persona: 188 euro

2 persone: 294 euro

3 persone: 383 euro

4 persone: 461 euro

5 persone: 485 euro

 

Reddito di inclusione-REI

*quando parte – a chi è rivolto

Il Rei sarà elargito a partire dal prossimo primo gennaio e sostituirà il Sostegno all’inclusione attiva (Sia) e anche l’Asdi, l’Assegno di disoccupazione.

La misura è rivolta alle persone in povertà assoluta (cioè in difficoltà a far fronte alle spese essenziali), a partire dalle famiglie con minori, con disabilità grave, in cui sono presenti donne in stato di gravidanza accertata o persone disoccupate con più di 55 anni di età.

La misura interessa ben 400 – 500mila famiglie, per un totale di circa 1,8 milioni di persone.

 

* chi ne ha diritto

Per richiedere il Reddito di inclusione ovviamente ci sono dei precisi requisiti da soddisfare: un Isee di massimo 6mila euro, un patrimonio immobiliare inferiore ai 20mila euro e un patrimonio mobiliare massimo tra i 6 mila e i 10 mila euro a seconda del numero dei componenti del nucleo.

Fondamentale per ricevere il denaro dall’Inps è l’impegno in un progetto personalizzato, un piano di ricerca del lavoro e l’obbligo e la cura per l’istruzione dei più piccoli.

Non potranno ottenere il Rei i proprietari di imbarcazioni, o auto e moto immatricolati nei 24 mesi precedenti la richiesta del sussidio.

 

* l’importo dell’assegno

L’importo dell’aiuto corrisponde in un importo che andrà da un minimo di 190 euro ad un massimo di 485 euro al mese (nel caso di famiglie molto numerose) per un massimo di 18 mesi. La nuova misura di contrasto alla povertà si concretizzerà con la nascita di una nuova carta denominata “’Carta Rei “supporto sul quale l’Inps caricherà l’importo.

*L’assegno non è sine die, ma verrà erogato per 18 mesi. Potrà essere rinnovato, ma tra la conclusione e l’inizio del Rei successivo dovranno passare almeno 6 mesi. La seconda componente del Rei è il progetto personalizzato per l’integrazione sociale e lavorativa che ha come scopo di portare il nucleo familiare a superare la situazione di difficoltà, momentanea. Tale progetto non riguarda solo l’ambito lavorativo in senso stretto, ma può anche riguardare la ricerca di una casa, l’educazione dei figli. la somministrazione di farmaci o cure mediche.

Del progetto che ha una importanza cruciale nel nuovo disegno cosi imbastito, si occuperanno i comuni, che lo definiranno considerando la situazione complessiva della famiglia, e ne monitoreranno il rispetto da parte dei destinatari. Dovrà essere sottoscritto dal nucleo famigliare entro 20 giorni dalla consegna. Se non fosse accettato, il Rei potrebbe essere negato.

*Requisiti per ottenere il sussidio

Potranno accedere al Reddito di inclusione i cittadini italiani e comunitari, nonché i anche i cittadini stranieri con permesso di soggiorno e i titolari di protezione internazionale (ad esempio asilo politico) residenti in Italia da più di due anni.

L’assegnazione del sussidio dipenderà, come detto precedentemente, dall’indicatore   della situazione economica equivalente (ISEE) e dall’indice della situazione reddituale (ISR), tenendo in debito conto anche il patrimonio mobiliare e immobiliare. Ciò per evitare di sprecare denaro pubblico in favore di soggetti, che teoricamente ne avrebbero necessità, ma poi di fatto hanno un retroterra economico ben delineato che è in contrasto con il nuovo istituto.

L’indice della situazione reddituale definisce quello che è il reddito realmente a disposizione delle famiglie per far fronte alle spese di tutti i giorni. Rispetto all’ISEE, per calcolare l’ISR vengono sottratte le spese per l’affitto o le spese condominiali, che sono una componente importante delle uscite mensili delle famiglie.

L’utilizzo di questo secondo criterio ha lo scopo di non escludere le famiglie che versano in stato di povertà ma che hanno la prima casa di proprietà. Purché non abbiano altri immobili che producano reddito; in particolare, l’indicatore ISEE deve essere pari o inferiore a 6mila euro, e l’ISR deve essere pari o inferiore a 3mila euro.

Vi sono poi dei vincoli patrimoniali. Il patrimonio immobiliare, esclusa la casa di proprietà, non deve superare i 20mila euro, e il patrimonio mobiliare (conti correnti bancari o postali; certificati di depositi e credito, buoni fruttiferi e assimilati; azioni e obbligazioni) non deve superare i 10mila euro. Ma la soglia massima per il patrimonio immobiliare si riduce a 6mila euro per i nuclei familiari composti da una persona e a 8mila per quelli composti da due persone.

Come abbiamo visto in precedenza, altra condizione per ottenere il reddito di integrazione sociale è l’impegno del richiedente a sottoscrivere un progetto personalizzato volto a uscire dalla situazione di difficoltà.

Il Rei non verrà concesso se nei due anni che hanno preceduto la domanda se un familiare del richiedente ha acquistato auto, moto o barche.

I requisiti economici dovranno essere presenti tutti congiuntamente.

*Carta Rei: come funziona

La parte economica del Reddito di inclusione sociale verrà caricata sulla nuova Carta Rei, che nei fatti è una carta di credito prepagata e ricaricabile che andrà a sostituire la vecchia Carta Acquisti. L’ammontare, caricato mensilmente dal ministero, potrà essere per metà prelevato in contanti, e per l’altra metà speso presso esercizi convenzionati.

*come fare la domanda

La domanda per ricevere il REI dovrà essere fatta presso i punti di accesso che verranno creati dai Comuni, i quali invieranno poi la domanda all’Inps entro 10 giorni, dopo aver verificato i requisiti economici, quelli di cittadinanza e quelli di residenza. L’Inps dovrà rispondere entro 5 giorni dal ricevimento della documentazione. Se approvato, l’assegno REI verrà erogato a partire dal mese successivo a quello di approvazione della domanda.

Le domande potranno essere presentate dal 1° dicembre 2017.

Potrà essere utilizzato il modello ISEE precompilato, che verrà introdotto in via sperimentale nei primi sei mesi del 2018. Il modello e sarà scaricabile dai siti internet della Agenzia delle Entrate e dell’Inps. Dal primo settembre 2018 la presentazione dell’ISEE precompilato sarà invece l’unica modalità praticabile.

COSA ACCADE AL REI IN CASO DI OCCUPAZIONE

Per evitare che si crei un “effetto placebo” cioè un disincentivo alla ricerca di nuova occupazione, potranno ricevere il REI – almeno in parte e per alcuni mesi – anche le famiglie che grazie a un nuovo impiego dovessero superare la soglia minima di reddito prevista. Lo scopo di questa regola è quello di evitare la “trappola della povertà”, cioè quel fenomeno per cui alcuni preferiscono non cercare lavoro per non dover poi perdere i sussidi statali.

Michele Minardi

Di Fausta Dal Monte

Giornalista professionista dal 1994, amante dei viaggi. "La mia casa è il mondo"