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Data triste, il 31 marzo 2015, sul fronte ‘latte italiano’. E’ terminato infatti il regime delle ‘quote-latte’, che tante polemiche e proteste ha creato, ma che ci proteggeva un po’. Ora il mercato è dominato dai surrogati. Ma quanto può essere “sporco” il latte? Molto, se analizziamo i dati relativi all’invasione di prodotti esteri. Con la fine delle quote, infatti, è prevedibile un aumento della produzione comunitaria (6%), con il rischio di una vera invasione di latte straniero in Italia, dove già si importa il 40% dei prodotti caseari consumati. E a rischio sopravvivenza sono gli allevamenti del nostro Paese. Volete un dato? Tre cartoni su quattro (a lunga conservazione) venduti in Italia sono stranieri, mentre la metà delle mozzarelle sono fatte con latte o cagliate provenienti dall’estero. “La cosa grave è che nessuno lo sa perché non è obbligatorio riportarlo in etichetta – afferma il presidente Coldiretti Alessandria, Roberto Paravidinodalle frontiere italiane passa ogni giorno una quantità, pari a 24 milioni di litri di latte, fra cisterne, semilavorati, formaggi, cagliate, polveri di caseina, pronta ad essere trasformata industrialmente e diventare mozzarelle, formaggi o latte italiani (???) all’insaputa dei consumatori”.
Ad essere spacciato come italiano è il latte proveniente da Germania, Francia, Austria, Slovenia, Ungheria, Slovacchia, Repubblica Ceca, Polonia e Olanda. Ma a fronte di un aumento dell’import dai Paesi dell’Est (+18% Ungheria, +14% Slovacchia, +60% Polonia) c’è una diminuzione di quello importato dai Paesi dell’Ovest (-7% dalla Germania e -13% dalla Francia). Ad oggi, in Italia, è obbligatorio indicare la provenienza del latte fresco ma non di quello a lunga conservazione, e l’etichetta è anonima anche per i formaggi non a denominazione di origine, mozzarelle e yogurt.
“Nell’anno dell’Expo – conclude Paravidino la chiusura delle stalle rischia di far perdere all’Italia il primato nella produzione di formaggi Dop, che è superiore in quantità a quella francese e contribuisce a forgiare l’identità nazionale in campo alimentare, con oltre 48 specialità riconosciute a livello comunitario”.
Povera Italia! Dove andremo a finire?

Di Raimondo Bovone

Ricercatore instancabile della bellezza nel Calcio, caparbio "incantato" dalla Cultura quale bisettrice unica di stile di vita. Si definisce "un Uomo qualunque" alla ricerca dell'Essenzialità dell'Essere.

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